Tutto il mondo produttivo chiede di riaprire prima e "lo vorremmo tutti" ma "ogni scelta deve essere fatta con prudenza".

Ne è convinto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Per il mondo della cultura, dopo le prime misure, "ora stiamo discutendo come ampliarle nel decreto di aprile, pensando anche ad altri settori come musei, editoria, eventi e mostre". Sulla riapertura per cinema, teatri, concerti "stiamo ragionando su come conciliare sicurezza e riapertura".

Per quanto riguarda i musei "ne discuteremo con il comitato scientifico e la task force guidata da Colao". Intanto "si stanno organizzando con distanze, entrate dilazionate, file, sanificazioni".

Il turismo invece "è il settore più drammaticamente colpito".

Prima che torni "il turismo internazionale purtroppo passerà molto tempo. Dal primo decreto è stata riconosciuta una peculiarità. Stiamo studiando altre misure specifiche per alberghi e strutture ricettive".

Durante l'emergenza "dovremo puntare sul turismo interno. Stiamo pensando a misure che compensino le mancate entrate della tassa di soggiorno".

Quest'estate, secondo lui, si potrà andare in spiaggia ma "dipende da come rispetteremo le misure di questi giorni. Poi saranno gli scienziati a dirci le prescrizioni di sicurezza sugli affollamenti".

Quello che ora "mi pare più importante è evitare che il clima di solidarietà tra italiani maturato in queste settimane vada a disperdersi man mano che si avvierà il ritorno alla normalità".

Infine, sulla scelta di riaprire poche attività come cartolerie, librerie, abbigliamento per bambini a partire già dal 14 aprile, non c'è "nessuna contraddizione con la sacrosanta scelta di confermare il lockdown: non è snobismo ma il riconoscimento del ruolo della cultura nelle nostre vite".

(Unioneonline/D)
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