Dall'idea al prototipo: dentro un laboratorio di fabbricazione digitale prima di tutto si impara a cambiare mentalità. «Il Fab Lab favorisce l'auto-imprenditorialità grazie alla familiarità con nuove tecnologie, sofisticate ma alla portata di tutti», dice l'architetta-manager Francesca Mereu.

In Sardegna i Fab Lab accreditati sono sei: due a Sassari (uno all'Università), uno a Nuoro, uno a Olbia e due a Cagliari. Mereu ha avviato quello di Sardegna Ricerche, presso il Parco tecnologico di Pula, al ritorno dal Master and Back in Spagna.

A Madrid, fra l'altro, era stata coordinatrice del gruppo sperimentale di visualizzazione avanzata del Medialab-Prado. «Non mi aspettavo di trovare tanto fervore anche in Sardegna».

Mereu è istruttrice autorizzata della Fab Academy e lavora come consulente. Ma nel laboratorio di via Barcellona opera, come tutti, da volontaria.

«Organizziamo corsi che possono preparare nuove figure professionali, già ricercate in Italia, se non ancora in Sardegna». Per esempio? «Operatori di stampa 3D, modellatori, disegnatori e prototipatori, operatori del taglio laser: figure professionali dell'artigianato o dell'industria cosiddetta 4.0». C'è spazio per progetti di alternanza scuola-lavoro. «Teniamo anche corsi di robotica per le elementari».

Il Fab Lab di Cagliari è in cerca di un'altra sede. «L'ideale sarebbe potersi appoggiare a uno spazio pubblico», dice Francesca Mereu. Silenzio delle istituzioni. «Abbiamo partecipato a un evento organizzato da Promoimpresa di Mantova. Il nostro era l'unico Fab Lab che non fosse ospite di uno spazio pubblico». Non solo: «Ho coordinato (con incarico professionale retribuito) l'avvio di un Fab Lab in Veneto. La Regione ha messo in gioco 2 milioni di euro per 20 laboratori: 100 mila euro a ciascuno». Ma in Veneto c'è una cultura del sostegno all'imprenditoria innovativa e sociale: «Sanno che stai arricchendo il territorio. Perché aumenti le competenze delle persone che potranno poi mettersi in proprio».
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