Quella di Emanuele Congiu, classe 1976, è una storia che dà coraggio. Dall'affabilità con cui presta attenzione anche alle domande dei bambini non si direbbe, ma è uno dei migliori astrofisici italiani.

Lavora all'Université de Cergy-Pontoise, in quella Francia dove ormai vive da dieci anni per studiare le molecole che formano la vita nell'universo.

IGLESIAS NEL CUORE - "Sono di Iglesias, pieno centro storico dove sono nato, cresciuto e torno appena posso", racconta.

"Che esistesse una facoltà di Fisica non lo sapevo neppure, da piccolo avevo fatto un corso della Scuola Radio Elettra e pensavo a Ingegneria. Poi allo Scientifico la professoressa Abis mi ha chiesto: "Non ti vorrai mica iscrivere in Fisica?".

Domanda che da sola valeva una laurea perché, come sanno generazioni di studenti, la docente è stata una giuda formidabile quanto rigorosa.

LA CARRIERA - L'università di Cagliari non è stata una passeggiata.

"All'inizio non avevo risultati tanto brillanti. Poi ho capito il metodo di studio e sono andato avanti".

Come un treno: si laurea nel 2003 e vince la borsa di studio per un dottorato in astrofisica.

"Studiavamo l'idrogeno e la sua capacità di formare molecole semplici nello spazio, c'era un docente che collaborava con un'università americana, sono andato negli Usa per un anno e mezzo".

Così sono arrivati anche post dottorato in Francia all'Observatoire de Paris e cattedra all'Université de Cergy-Pontoise. "Studio sempre l'idrogeno ma un livello superiore".

DIVULGAZIONE - Non si ferma neanche quando è a casa partecipando (gratis) ad escursioni come quella del 22 agosto sul Buon Cammino dove ha mostrato i segreti di stelle e pianeti per gli "Aperitivi scientifici" dell'associazione Agorà, che, a novembre (con Parco geominerario, associazioni Mineraria sarda e Scienza società scienza) curerà anche il Festival della Scienza.

Gli incontri hanno portato la "scienza in piazza" e si sono conclusi il 28 agosto con l'architetto Massimo Lumini, direttore BionikonLab progetto dell'istituto Asproni.

LA SARDEGNA - L'Isola è sempre nel cuore dell'astrofisico. "A condizioni pari a quelle che ho in Francia tornerei subito. Rispetto a quando son partito, nella mia città vedo magari una maggiore cura per qualche monumento, come le mura recuperate, ma dal punto di vista sociale mancanza di ottimismo. Questo capita nelle società in cui le persone sono costrette ad andare fuori per realizzarsi, non dico per me ma in Sardegna abbiamo persone validissime e chi amministra dovrebbe favorire la loro permanenza non la fuga. Darebbero un contributo alla comunità: altrimenti qui cosa resta?".

Miriam Cappa
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