E tu che eretico sei? Ecco come è cambiato nel tempo il concetto di eresia
Nel libro di Roberto Roveda e Michele Pellegrini il percorso storico del significato di una parola tra fede, massoneria e riti pagani. Il caso dell’accabadora e delle preghiere propiziatorie in Sardegna
Chi è l’eretico di oggi? “Se un capo di Stato pretendesse di parlare con Vladimir Putin ‘per capire le sue ragioni’, sarebbe considerato un eretico”. Ma la radice della parola “eresia”, che è “scelta”, ha assunto nel tempo un significato differente; oggi usiamo il termine per definire qualcosa al di fuori dei canoni abituali o di qualcuno che prende posizioni in controtendenza rispetto alla “massa”. Tuttavia, in ogni epoca, in ogni area geografica e anche in ogni tema sociale ci sono stati gli eretici.
Lo spiega a L’Unione Sarda Roberto Roveda (che con Michele Pellegrini ha scritto “I grandi eretici che hanno cambiato la storia” – Newton Compton, 384 pagine, euro 12,90, anche eBook), che ripercorrendo per il suo libro i vari periodi storici ha preso in esame i diversi significati che il termine eresia ha assunto fino ai giorni nostri.
Roveda, 51enne milanese, collaboratore de L’Unione Sarda, è anche consulente e autore di testi scolastici per le più importanti case editrici italiane: scrive libri per medie e superiori, e per giornali e riviste scientifiche. Doppia laurea, lettere moderne e scienze storiche, la sua preparazione gli consente di esaminare i temi affrontati sotto molti aspetti. Ha un unico “cruccio”: “Non ho ancora trovato fonti attendibili sugli eretici in Sardegna”.
Come è cambiato il concetto di eresia nel tempo?
“Partendo dalla radice della parola, che significa ‘scelta’, a un certo punto questo vocabolo assume un significato negativo. L’eretico diventa colui che ha un’opinione diversa da quella dell’istituzione dominante in quel momento. Attenzione: non solo religiosa, parliamo di ogni istituzione che abbia dogmi e dottrine. Quindi, chi con questi non collima diventa eretico, commette un errore insomma. Oggi, se guardiamo all’attualità, i regimi totalitari come il fascismo o il comunismo russo hanno dovuto fare i conti con chi si è messo al di fuori della dottrina del partito”.
Chi è l’eretico dei giorni nostri?
“Paradossalmente colui che è conforme, dato che la possibilità di scelta è uno dei dogmi della società. Potrebbe essere colui che, al contrario insomma, segue una dottrina per filo e per segno: ogni volta che c’è una corrente di pensiero o una moda molto forte, chi esprime un’opinione diversa può diventare eretico. Eppure non parliamo di chi vive in Stati totalitari, oggi si può essere perseguitati anche sui social con valanghe di insulti, o attraverso fake news”.
Qualche esempio?
“Hans Kung, per le sue posizioni spesso critiche verso la dottrina della Chiesa cattolica, o anche Vito Mancuso, per citare un italiano, ha qualche lato di eresia, o Gino Strada”.
Quindi non è solo un concetto religioso.
“Assolutamente no, può diventare politico, intellettuale, tanti autori o scrittori legati al mondo della cultura sono stati considerati eretici in quanto fuoriusciti dal pensiero progressista di sinistra. Possiamo citare Elio Vittorini, indicato come eretico per i contrasti col partito comunista. Ma ci sono anche tanti casi legati alla destra. Insomma in Italia soprattutto c’è un mélange di conformismo, e vanno di moda quelli che escono dal coro, vedasi Vittorio Feltri, Massimo Fini o Alessandro Orsini”.
È vero che la massoneria era considerata eresia?
“Sì, perché andava a negare i valori della fede in un periodo di grosso scontro con il cattolicesimo. Si era posta in posizione alternativa alla fede, e anche adesso i rapporti sono estremamente tesi. Quanti politici anticlericali sono spesso legati alla massoneria in una consorteria di ideali che in Italia si incrociano… E poi vescovi massoni o cattolici massoni davvero non esistono? Siamo sicuri?”.
Restando in tema religioso, il battesimo: per la Chiesa moderna toglie il peccato originale, prima invece si riteneva che fosse una purificazione dai peccati quindi un rito per adulti.
“Alla base di questa svolta c’è in particolare una ragione pratica, il battesimo degli infanti è un obiettivo raggiunto con le riforme tridentine, la Chiesa cattolica che viviamo è quella che nasce col Concilio di Trento, e il tutto rientra in una normalizzazione e legalizzazione del sistema religioso. Il rito del battesimo dei neonati nasce dal fatto che i bambini morivano a fiotti nel Medioevo, su 6 solo uno arrivava ai 6 anni di età, quindi bisognava fare di tutto affinché gli altri 5 non morissero senza purificazione”.
Ma non solo...
“C’è stata anche una ragione di costruzione del percorso del cristiano: una volta era l’adulto che si avvicinava alla fede, poi la Chiesa ha avuto bisogno di ‘formare’ il fedele col battesimo e il catechismo. Per capire: se oggi chiedessimo a chiunque ‘come vorresti morire?’, la gran parte delle persone direbbe ‘nel sonno’. Nel Medioevo invece la risposta sarebbe stata ‘nel mio letto, dopo essermi confessato e dopo l’estrema unzione’”.
Nel suo libro dice che gli eretici più famosi del Medioevo sono stati i catari. Chi erano?
“I grandi sconfitti della battaglia che avviene a inizio del ‘200 tra la Chiesa di Roma e questa chiesa ‘alternativa’. In base a quello che cogliamo dai pochi documenti e dalle testimonianze dei vincitori, i catari non erano esattamente degli eretici nel cattolicesimo ma qualcosa di alternativo. A un certo punto nelle città borghesi italiane e francesi nasce una sorta di fede nuova, un dualismo bene-male, una chiesa più semplice che rispondeva alle esigenze di una società pratica che voleva meno coercizione da parte del clero. E ha avuto grande successo, era una risposta a un’esigenza di quel tempo”.
Parlando di eretici, non si può non pensare a Galileo Galilei, un caso in cui la religione si occupò di scienza. Succede ancora?
“Le questioni sulle cellule staminali, sul fine vita, sulla procreazione medicalmente assistita sono tutti ambiti in cui la Chiesa esprime il suo parere, a volte anche netto. Ad esempio sul quando finisce o inizia la vita. Ma Chiesa e scienza danno risposte diverse, tuttavia la prima ora non ha più molte possibilità di incidere sulla società, che è divenuta laica”.
L’una lascia il posto all’altra?
"In certi ambiti sì. Il Papa esprime un’opinione, non si tratta più di coercizione. Succede pure in Italia, che ha il Papa in casa ma manda le armi in Ucraina, legalizza l’aborto, i giovani fanno sesso prima del matrimonio. Insomma per il credente ciò che dice la Chiesa è importante ma nell’ambito della propria coscienza. Le leggi che tutti rispettiamo sono altre, e sono quelle dello Stato”.
C’è una figura la cui storia merita di essere raccontata?
“Tante, dalle beghine che sono simbolo di bigotte, nel Medioevo erano donne indipendenti che si riunivano per pregare senza alcun controllo maschile, gli eretici negli ordini dei frati minori, come gli spirituali che sono una corrente, o Guglielma la boema, un’eretica milanese considerata la reincarnazione dello Spirito Santo: aveva cominciato ad avere seguaci sempre più numerosi e questo aveva destato le preoccupazioni del vescovo. Al processo postumo è stata in effetti condannata come eretica, le sue ossa sono state dissepolte, le ceneri sparse, e anche i suoi fedeli hanno fatto una brutta fine”.
In Sardegna niente eretici?
“Era un luogo tranquillo, forse perché fuori dai circuiti, forse perché il controllo dei giudicati e delle corone spagnole è stato netto. Una carenza che ho notato durante la ricerca per il libro, ma mi piacerebbe indagare ancora”.
L’accabadora – la donna che in Sardegna si dice portasse la morte a malati terminali - sarebbe un’eretica o una strega?
“L’accabadora è un caso di stregoneria, di persistenza di usanze tradizionali anche pagane viste dalla Chiesa come manifestazioni demoniache e quindi eretiche. Ma nell’ambito del basso clero e dei paesi c’era una grossa commistione”.
In Sardegna ci sono diversi riti – ‘medicina dell’occhio’ ad esempio – praticati da persone che si dicono religiose. Come si concilia l’aspetto sacro con quello profano?
“Questi riti si sono diffusi nel momento in cui c’erano i tribunali dell’inquisizione, il rischio era di finirci davanti, poi dipendeva dal periodo storico, con fasi di più o meno intensa repressione. Oggi li consideriamo una commistione di ambito magico pagano che la stessa religione ha in tanti aspetti. Vedasi il sangue di San Gennaro, Lourdes, Fatima. Per il cattolico questi eventi non sono elemento di fede, non è costretto a crederci. Oppure le apparizioni, le stimmate, come le cataloghiamo? Padre Pio lo consideriamo cattolico oppure no? Il cattolicesimo ha 2mila anni di storia, è un grande contenitore”.
I due temi più attuali sono il Covid e la guerra in Ucraina: si possono individuare elementi di eresia?
“In senso astratto, ci sono persone che non credono alla presenza del Covid, ma non possiamo parlare di eresia in quanto non esiste un vero obbligo vaccinale dal quale le persone possono esimersi diventando eretiche. Sul fronte internazionale al momento non vedo eretici al potere. Lo sarebbe Mario Draghi, per fare un esempio, che andasse a Kiev a dire ‘fate la pace altrimenti mi immolo sotto le bombe russe”. Ecco, sarebbe una scelta controcorrente. Anche il Papa fa una scelta precisa contro la guerra, ma non è un’eresia. Diverso se un capo di Stato pretendesse di parlare con Vladimir Putin ‘per capire le sue ragioni’, in questo caso sì, sarebbe considerato un eretico”.