Circa 3.200 anni fa la Sardegna già esportava minerali nelle altre terre affacciate sul Mediterraneo. 

La nuova conferma arriva da Israele. L’Università Ebraica di Gerusalemme, in collaborazione con quella di Haifa, ha infatti analizzato il carico di una nave affondata a largo della città di Cesarea tra il 13esimo e il 12esimo secolo avanti Cristo, ritrovato alla fine degli anni Ottanta. 

Si tratta di lingotti di piombo, sottoposti ad anni di distanza a moderne analisi e studi isotopici avanzati da un team di archeologi, che hanno poi pubblicato i risultati della loro ricerca sul Journal of Archaeological Science, ricostruendo e raccontando la storia di quei lingotti. Una storia che comincia, appunto, in Sardegna. 

Secondo gli archeologi israeliani, il piombo utilizzato per fabbricare i lingotti proveniva infatti dalle miniere dell’Iglesiente e sarebbe stato inviato per nave a Cipro. Qui il piombo sardo sarebbe stato lavorato e caricato su un’altra nave, poi salpata verso qualche altro porto del Mediterraneo orientale, ma mai giunta a destinazione, a causa di un naufragio davanti alla costa israeliana. 

La scoperta, se unita ai ritrovamenti di rame cipriota effettuati nel corso degli anni in Sardegna, confermerebbe ancora una volta che tra le due isole ci fosse un fiorente commercio di metalli. Una sorta di scambio: Cipro, povera di piombo, si riforniva in Sardegna e la Sardegna, dove invece era il rame a scarseggiare, si approvvigionava a Cipro. 

I ricercatori, inoltre, sottolineano come la scoperta possa essere importante anche nell’ambito degli studi sugli Shardana, popolo del mare più volte associato e identificato con la Sardegna. I lingotti di piombo “sardi” al centro dello studio risalgono infatti al periodo in cui gli Shardana fanno la loro comparsa nelle fonti. E forse non è, questa, una semplice coincidenza. 

(Unioneonline/l.f.)

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