Quanto a disagio giovanile Carbonia e il Sulcis superano le medie nazionali. Lo rivela un'inchiesta dell'Unicef sui Neet, cioè ragazzi tra i 15 e i 29 anni che hanno smesso di studiare, non lavorano, e neppure si impegnano i percorsi di formazione: l'analisi, illustrata questa mattina in municipio, fa parte del progetto "Non siamo in fuorigioco".

È lo slogan della ricerca avviata nell'ambito del progetto "Neet Equity", che ha tracciato un identikit dei ragazzi di Carbonia e provincia.

"Si tratta - analizza il sindaco Paola Massidda - di una fascia importante della nostra società che deve essere supportata mettendo in campo politiche attive, di partecipazione e inclusione". La percentuale nazionale si staglia attorno al 26,2 per cento mentre il livello stimato nei confronti di Carbonia e del suo territorio arriva sino al 36 per cento.

Il progetto di Unicef Italia e del ministero della Gioventù, "Neet Equity" - lanciato nel 2018 - ha visto la partecipazione di Carbonia, Napoli e Taranto e il coinvolgimento degli studenti delle classi quarte e quinte degli Istituti di Istruzione Superiore. Ragazzi che si trovano spesso nella difficile transizione dal mondo della scuola a quello del lavoro. Ed è proprio la grave carenza di occupazione uno dei motivi che - come sottolinea Renata Corona, coordinatrice del progetto, "induce alla demoralizzazione schiere di giovani che difficilmente si mettono in gioco nonostante invece noi intendiamo rilanciare progetti di coinvolgimento". Difatti, in questo senso è in campo anche la Fabbrica del cinema di Carbonia, nella grande miniera di Serbariu.
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