Dago ritorna in Sardegna grazie allo sceneggiatore Gianluca Piredda
"Il tesoro di Barbarossa" nel volume a coloriIl bianco e nero abituale cede il posto ai colori: Sassari, l'Asinara e Olmedo fanno da sfondo a "Il Tesoro di Barbarossa", racconto centrale della trilogia inserita in Dago Tuttocolore n° 80, volume della collana di libri "I Grandi Fumetti Aurea" che riprende storie già uscite, ma nella versione elegante.
Se "Lungo le strade della morte" il celebre Giannizzero Nero si era mosso tra le coste e l'entroterra del Centro Sardegna, questa volta grazie allo scrittore e sceneggiatore sassarese Gianluca Piredda la storia è ambientata nella parte Nord Ovest dell'isola.
Si parte da Sassari e nelle vignette si vedono il Duomo ancora incompleto e una piazza Azuni diversa ma riconoscibile, oltre a Porta Sant'Antonio. Ci sono anche l'Asinara e Olmedo. In questa avventura di Dago viene raccontata infatti una leggenda legata a Barbarossa, "le origini" di Hassan Aga (il sardo rinnegato) e la reale distruzione di Olmedo. Nell'introduzione al libro Gianluca Piredda racconta anche l'Asinara, il castellaccio e spiega i riferimenti reali che portano alla fiction.
Il libro si apre con "Chianca Amara", la storia dell'eccidio di Vieste vista attraverso gli occhi di Dago. In questo episodio c'è il ritorno di Dragut, personaggio (reale) molto amato dai lettori.
La terza e ultima storia del volume è "L'ebrea errante", anche questa basata su fatti reali e su Gracia Nasi, personaggio realmente esistito, molto caro al mondo ebraico e per quanto sia stata una delle donne più influenti del rinascimento, oggi non è molto nota al grande pubblico.
Questa storia di Dago ha raccolto le attenzioni di Rai Due e soprattutto della stampa israeliana, cinese, francese, tedesca, messicana e brasiliana.