Sanguinaria, avvelenatrice, ambiziosa, spregiudicata. In questo modo è stata descritta per lungo tempo Caterina de' Medici, una delle personalità più affascinanti del Cinquecento europeo e regina di Francia per aver sposato nel 1533, a soli 14 anni, re Enrico II. Su di lei è sempre aleggiata una fama sinistra, legata soprattutto all’accusa di aver scatenato la famosa strage della notte San Bartolomeo in cui nel 1581 molti protestanti francesi furono massacrati dai cattolici. In realtà Caterina ebbe ben poco a che fare con il massacro e non poté far nulla per impedirlo, mentre riuscì, in qualità di reggente in nome dei figli alla morte del marito Enrico II, mantenere unito un Paese diviso da lotte dinastiche e da conflitti religiosi. Fu, insomma una donna fuori dal comune capace di emergere da straniera in Francia e da donna in un’epoca di dominio maschile. A confermarcelo è Alessandra Necci, autrice di una biografia molto appassionante, Caterina de' Medici. Un'italiana alla conquista della Francia (Marsilio, 2019, pp384, anche e-book):

"Caterina de' Medici c'entra veramente poco con la leggenda nera che l'ha sempre circondata. Però, come sappiamo, non sempre la storia, quella basata sui fatti, riesce a farsi largo, mentre si impongono dicerie e calunnie. Caterina poi aveva l’attitudine a lasciar correre anche quando l’attaccavano ed erano in molti a non perdonarle il fatto di essere donna, per di più italiana e di essere alla guida della Francia".

Ma allora chi era veramente questa donna fuori dal comune?

"Era prima di tutto una Medici. Era nata nel 1519 nel palazzo di famiglia a Firenze e poi aveva vissuto a Roma dove due suoi zii erano diventati papi con il nome di Leone X e Clemente VII. Aveva respirato quindi fin da bambina il gusto del bello e l’atmosfera meravigliosa del Rinascimento italiano. Allo stesso tempo si era fin da subito ritrovata invischiata nelle trame politiche che coinvolgevano i Medici e aveva imparato ben presto a dissimulare, a non far capire fino in fondo le sue qualità intellettuali e la sua intelligenza perché in gioco c’era la sua sopravvivenza. Caterina, infatti, rimase orfana piccolissima e, come erede della casata, era il bersaglio ideale degli odi dei tanti nemici dei Medici. Capì allora di doversi dimostrare inoffensiva e di doversi accattivare i suoi interlocutori senza farsi notare troppo. In fondo Caterina era l’allieva ideale di Machiavelli che avrebbe probabilmente dedicato a lei il suo capolavoro, Il principe, se avesse avuto l’opportunità di conoscerla".

Ma le cose non cambiarono per lei quando divenne la sposa dell'erede al trono di Francia?

"Caterina aveva solo 14 anni quando arrivò in Francia, però si rese immediatamente conto che il suo sposo era perdutamente innamorato di una sua amante. Si ritrovò, quindi, in una posizione difficilissima perché poco considerata dal marito, straniera e non di antica nobiltà perché i Medici erano dei nuovi arrivati nel gotha dell’aristocrazia europea. Comprese che doveva far finta di nulla, sorridere e trovarsi degli alleati. E il suo principale alleato fu suo suocero, re Francesco I che era un grande innamorato dell’Italia. Con l’appoggio del sovrano, Caterina allora poté portare in Francia tutta la grandezza e lo splendore del Rinascimento italiano che Oltralpe era ancora poco diffuso. E poi con Caterina, che introdusse alla corte francese molti aspetti della tradizione culinaria italiana, nacque la grande cucina di Francia".

Leggendo il suo libro sono veramente tante le innovazioni portate dall’Italia. Ce ne racconta qualcuna?

"Caterina introdusse, per esempio, l’uso della forchetta e del tovagliolo a tavola. Dall’Italia arrivarono piatti come la frittata, che divenne per i francesi l’omelette. Inoltre, la nuova regina favorì l’uso di profumi e di essenze dato che alla corte francese l’igiene, anche personale, lasciava molto a desiderare. Infine, portò in Francia la biancheria intima che era sconosciuta alle donne d’Oltralpe".

Tradizionalmente Caterina viene presentata però come un personaggio oscurantista, appassionato di magia e perennemente attaccato al suo astrologo di fiducia, Nostradamus. In che modo fu invece moderna?

"Intanto fu la prima a considerare i francesi non come sudditi, ma come cittadini. Inoltre, amava la cultura ed era nemica di ogni oscurantismo e non passava certo il tempo a consultare Nostradamus, anche se all’epoca in tutte le corti vi erano astrologi tenuti in grande considerazione. Infine, nonostante quello che si continua a sostenere sulla strage di San Bartolomeo, Caterina fece di tutto per garantire tolleranza religiosa per i protestanti e fece quanto poteva per pacificare il regno sconvolto dalle guerre di religione e dalle rivalità tra i pretendenti al trono di Francia. Se il Paese poté essere pacificato e ritrovare stabilità con la salita al trono di Enrico IV nel 1589 molto si deve alla sua diplomazia e alle sue politiche accorte".

Ultima domanda. Dopo Lucrezia Borgia, Isabella d’Este, Caterina de’ Medici, protagoniste dei suoi libri più recenti, dobbiamo aspettarci altri ritratti femminili?

"Certamente, anzi a novembre è prevista l’uscita, sempre per Marsilio, del mio nuovo libro: Le donne di Napoleone, un ritratto del grande condottiero attraverso le vite delle donne a lui più vicine".
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