Si torna a scuola di paleontologia. Lo studio delle testimonianze fossili nel Sulcis e in Sardegna si devono anche alla lezione organizzata dalla Unisullky col paleontologo di Carbonia Daniel Zoboli, 41 anni, docente universitario di Museologia naturalistica e collaboratore del museo Paleontologico della Grande Miniera.

Emerge in modo chiaro che la Sardegna è stata popolata milioni di anni fa da animali vertebrati terrestri giunti da terre emerse. «La conferma – spiega Zoboli – giunge dalle fonti fossili e archeozoologiche cioè resti animali in contesti archeologici e poi fonti genetiche». Possibile quindi ricostruire a grandi linee la diffusione degli animali in Sardegna, arrivati via mare o su temporanei ponti di terra per l’abbassamento del livello del mare: «Spesso animali in branco che si davano man forte fra loro».

Interessanti anche le antiche testimonianze di fauna vertebrata per il prima distacco della Sardegna, 20 milioni di anni fa, dal blocco franco iberico, fra cui alcune lucertole. «Basilari poi – aggiunge il paleontologo – le fasi più recenti di colonizzazioni dai 10 ai 6 milioni di anni fa con il fenomeno della crisi di salinità messiniano: il contatto fra Atlantico e Mediterraneo ha subito uno stop provvisorio, il Mediterraneo si è in parte prosciugato formando laghi salati: è servito a colonizzare la Sardegna». Poi è stata la volta delle ere glaciali sino all’abbassamento del livello marino del blocco sardo-corso-toscano, e gli ultimi arrivi dovuti all’uomo come le specie ovo caprine, suine, cervi, cinghiali.

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