Le sculture del Sinis sono riuscite ad unire tanti politici della Provincia. Il coro è unanime: "I giganti devono ritornare a Cabras". Ma per capire cosa verrà fatto in concreto per evitare che le sculture del Sinis, quelle oggi esposte al museo di Cagliari, rimangano nel capoluogo sardo, bisogna aspettare Francesco Pigliaru.

Il presidente della Regione domani sarà a Cabras per annunciare quali saranno le azioni che verranno promosse per smentire ciò ha annunciato Giovanna Damiani, la direttrice del polo museale della Sardegna. E cioè che i Giganti non torneranno tutti in laguna.

Intanto, il primo passo di una lunga battaglia, è stato fatto. C'è l'unione di tanti rappresentati del territorio che oggi si sono riuniti al museo civico di Cabras per sottolineare che ciò che ha dichiarato la Damiani è in netto contrasto con il famoso protocollo d'intesa firmato nel 2011 tra Comune di Cabras, Regione, Soprintendenza e Ministero del Beni Cuturali.

"Sono dichiarazioni che vanno contro a quanto stabilito dieci anni fa - commenta il sindaco di Cabras Andrea Abis -. Ecco perché siamo pronti ad intraprendere qualsiasi azione legale. Il nostro, come qualcuno ha detto, non è un 'museuccio'. La nuova sala museale la cui realizzazione è stata finanziata dallo stesso ministero sarà occasione di slancio per l'intera provincia".

A Cabras oggi c'era il sindaco di Oristano Andrea Lutzu, Massimo Torrente, commissario della provincia, il sindaco di San Vero Milis Luigi Tedeschi, il primo cittadino di Santa Giusta Antonello Figus, il consigliere regionale Mario Tendas, il suo collega Antonio Solinas e tanti altri esponenti del territorio oristanese.
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