Qualcuna si emoziona e non riesce a trattenere le lacrime.

Le scalze aspettano questo momento per un anno intero.

A loro quel lungo cammino sterrato di otto chilometri non fa paura.

Sono fiere di attraversarlo a piedi nudi, tra i sassi del Sinis.

Oggi all'alba 400 donne con il costume tradizionale del paese hanno trasportato il simulacro di Santu Srabadoeddu dalla pieve di Santa Maria Assunta, a Cabras, alla piccola chiesetta del villaggio di San Salvatore.

Un rito antico che si ripete da sempre e che dà il via ai festeggiamenti in onore del santo.

Disposte su due file, un tripudio di colori antichi illuminati dal primo sole della giornata.

Ad attenderle a San Salvatore dopo due ore di fatica e sudore, c'era il comitato della festa, i residenti del borgo, i loro mariti, i fidanzati e il parroco di Cabras don Bruno Zucca.

Il simulacro del santo rimarrà esposto all'interno della chiesetta campestre fino a lunedì 4 settembre.
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