Amasia è l’unione del nome e del cognome dell’artista, «l’unione futura di due continenti, l’unione di energie, amore, colori, passioni, sentimenti ed emozioni». Venerdì 5 alle 18, nella sala Gonario dell’Ex Manifattura Tabacchi di viale Regina Margherita, a Cagliari, inaugurazione della mostra di Alessia Mancini, giovane artista contemporanea, romana, una delle più brillanti esponenti italiane dell’astrattismo. «Amo la Sardegna, adoro Cagliari, qui ho passato momenti bellissimi e d’estate vivo in Gallura», dice la pittrice, ex miss Lazio, già campionessa italiana di tiro a volo. Amasia, questo lo pseudonimo utilizzato dall’artista romana, arriva da una famiglia di imprenditori nel campo dei colorifici.

Nel 2015 Alessia frequenta le prime lezioni di pittura con importanti artisti moderni, studia le varie tecniche e quella diventa la sua professione. L’astrattismo è quella forma d’arte che non rappresenta oggetti reali, ma si rifugia in un linguaggio visuale di forme e colori e crea un’opera, una composizione indipendente dai normali riferimenti dell’arte visuale. E l’arte di Amasia raggiunge la sua massima espressione nella forma che diventa astrattezza. 

Da venerdì fino a mercoledì 24 aprile, “Note Cromatiche” sarà l’esposizione di una trentina di lavori e sarà visitabile nella sala Gonario dell’ex Manifattura Tabacchi, organizzazione di Opificio Innova. «Credo molto nell’abbinamento fra pittura e musica, il simbolo di “Note Cromatiche” è uno degli strumenti per eccellenza della musica – dice Amasia – il violino, che per me rappresenta la donna, mentre il quadro è un po’ l’icona maschile. La donna è un violino nella mia fantasia, strumento da trattare con grande cura e rispetto».

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