Non serve sapere né dove hanno inizio, né quale sarà la destinazione. Sinuosamente sospese in un vuoto colmo di universi, le Mediane perdono ogni traccia di matematica precisione per diventare, con dolce intensità, corpo e anima. E fluttuano leggere, morbide, piene di caldi colori, in una voluttuosa danza. Struggentemente splendida, nel viaggio verso abissi di spiritualità. Ecco il segreto dono di Daniela Nobile, un'artista capace di unire la tenace ricerca sul senso del colore con un emozionante senso della vita. "Mediane", ovvero fascinoso titolo che racchiude l'esposizione curata dalla storica dell'arte Rita Pamela Ladogana, inaugurata venerdì scorso allo Spazio (In)visibile, a Cagliari. E non poteva essere che qua, luogo del cuore, che appare e si nasconde. E si fa grammatica indispensabile per capire, cogliere l'essenza di quest'ultimo lavoro iniziato dalla pittrice tre anni fa.

L'occhio del visitatore è subito catturato da sei pannelli, messi in sequenza nella parete di fondo, dove volteggiano nastri di colore dentro i quali l'artista ha soffiato , staccandoli da terra per proiettarli in un infinito sconosciuto. Galleggiano nudi in un vuoto che non fa paura, perché è come un respiro, la pausa mozartiana che comincia a diventare musica. È da condividere la bella suggestione di chi ha accostato questi potenti e al tempo stesso delicati sbuffi di colore, che trascinano via storie di vita (e di intenso lavoro: il colore acrilico è impiegato con la tecnica dell'acquerello), con la celebre "La Danse" di Matisse. Ritmo, essenza vitale, palpitano nei suoi lavori. "Sono ampie e leggere evoluzioni - scrive Ladogana - costruite con elegante tessitura cromatica e dipinte con sbalorditiva sicurezza, in sospensione nell'immensità di un vuoto che le sorregge. Un vuoto necessario a esaltare e potenziare il ricco valore dei pieni".

Racconta Daniela Nobile: "Sono sempre stata attratta dall'infinitamente grande come dall'infinitamente piccolo". Ecco le chiavi, i frammenti scelti per indagare, perché entrambi capaci di provocare nell'anima quel senso di vertigine che ci attrae, ci cambia la prospettiva. Basta anche una voce di una donna come l'astronauta Samantha Cristoforetti che ha visto per noi, dall'immensità dello spazio, la terra. Parole intense, belle, entrate con le onde della radio, nello studio della pittrice Rosanna Rossi, atelier dove lavora l'artista, sua eccellente allieva. "È affiorata in quel momento - confessa - l'idea di mediana, il bisogno di costruire una traiettoria per trovare un punto di equilibrio fisico, spirituale". Il fascino dell'operazione sta nell'aver smontato il concetto matematico che vuole la mediana, la linea che unisce punti, passando per il percorso più breve. Un rischio, o più semplicemente la vita. A ben guardare c'è tanto di Daniela Nobile in tutto questo. Ha custodito silenziosamente nel cuore un amore, per farlo esplodere, finalmente, da adulta, dopo aver fatto percorsi di studio distanti dall'arte (Economia e Commercio), messo al mondo e cresciuto una figlia, lavorato nel campo della comunicazione di impresa. Ma l'autentica radice della sua anima, tanto robusta proprio come quella familiare ogliastrina di cui va orgogliosa, è prepotentemente venuta in superficie. Dal felice incontro con una grande maestra come Rosanna Rossi, impara rigore e sapiente abilità nel governare il colore. Cifre rintracciabili nel suo cammino artistico, arrivate con "Mediane" a una nuova maturazione.

Lo si comprende nel preludio dell'esposizione, scandita da un preciso percorso. Se segno e colore galleggiano nel vuoto e formano una danza, nelle prime tre opere, esposte sulla parete di destra (il resto della galleria è candidamente disadorno, grazie all'elegante allestimento curato da Federica Orrù), il vuoto è chiuso, imprigionato da colori più robusti, corposi. Le Mediane faticano, cercano, strette l'una all'altra, un diverso orizzonte. Nuovi equilibri.

La mostra di Daniela Nobile è visitabile fino al 24 giugno il giovedì, venerdì e sabato dalle 19 alle 21, in via Barcellona, 75. Il progetto grafico che l'accompagna è curato da Alessandro Cortes e le foto sono di Corrado Fantini.

Caterina Pinna

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