Successo per il festival letterario “Mediterranea. Culture, scambi, passaggi”, curato dall’AES, che ieri sera all’ex mercato civico di Alghero ha organizzato una serata dedicata alla scoperta della letteratura araba e al Mediterraneo letterario di Dante. Per concludere il concerto acustico della Banda Ikona.

Sul palco la casa editrice nuorese Ilisso, attraverso la voce dell’editor Bastiana Madau, ha presentato la collana di narrativa internazionale “Contemporanei/Scrittori del mondo”, realizzata allo scopo di far conoscere le letterature dell’altra sponda del mare, nelle traduzioni di autori giordani, egiziani, palestinesi e siriani.

Come hanno approfondito le traduttrici e docenti Isabella Camera d’Afflitto e Maria Avino, queste letterature rispecchiano spesso la realtà del proprio Paese, trattano di condizioni molto dure, di guerre e afflizioni, ma vedono il Mediterraneo come un luogo di scambio e di positive contaminazioni reciproche con il continente europeo.

Ricca di spunti, di informazioni e di aspetti critici la presentazione de “Il mare salato” di Roberta Morosini, che è stata un’immersione a tutto tondo negli scritti danteschi e in quelli di Boccaccio e Petrarca, quasi che questi tre autori del passato riescano a parlare ancora oggi di ciò che succede nel Mediterraneo.

Come ha spiegato l’autrice, docente di Letteratura Italiana alla Wake Forest University, il titolo rispecchia il modo in cui i greci chiamavano il mare, un riferimento alla sapidità corrosiva che porta via la dignità e l’identità, soprattutto per le donne, molte delle quali erano, e sono, vendute come schiave, scambiate e prostituite. L’opera di Dante è stata definita “acquorea”, densa di un forte simbolismo marinaresco, che esplicita non solo le conoscenze del Poeta riguardo al linguaggio nautico, ma anche ai più piccoli aspetti geografici.

Infine, si è tenuta l’esibizione della Banda Ikona, nella formazione a trio finalista al Premio Tenco 2021.

Il gruppo ha suonato un repertorio tratto dall’album “Mediterraneo ostinato”, i cui testi sono stati scritti per la maggior parte in Sabir, la lingua dei marinai e della gente che viveva i porti e il mare per potersi comprendere in ogni luogo del Mediterraneo.

Brani di grande orecchiabilità interpretati dalla voce di Barbara Eramo e dal polistrumentista Stefano Saletti con il contrappunto delle percussioni di Giovanni Lo Cascio, che spaziano tra il suono del bouzouki greco, l’oud arabo, la chitarra europea, il darbuka arabo e il cajon.

Dai brani originali come “Lampedusa andata” (un canto della speranza in lingua swahili) fino alle cover di “Alì dagli occhi azzurri” di Pasolini, gli Ikona hanno salutato il festival, coinvolgendo il pubblico con il motivo catalano, “L’estaca” di Lluis Llach, un inno universale di resistenza contro ogni forma di guerra e sopraffazione.

(Unioneonline/F)

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