A un passo dai trent'anni, il Labint festeggia i numeri da record della scuola di italiano
Sono 200 gli iscritti: 9 classi, 4 continenti e 25 nazionalità presentiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Moumbaye, la festa del Laboratorio multiculturale per l’integrazione, con il patrocinio del Comune di Olbia, quest’anno ha celebrato la storica scuola di italiano. Scuola che l'anno prossimo compie trent'anni di attività durante i quali ha contributo all’alfabetizzazione di centinaia di stranieri e al loro inserimento in città: attualmente conta numeri da record con 200 iscritti ( che arriveranno a 230 con la riapertura delle iscrizioni a gennaio), 9 classi, 4 continenti e 25 nazionalità presenti. In un clima conviviale, introdotto dal fondatore del Labint, Tonino Cau, gli insegnanti hanno presentato i loro studenti e diversi liceali di Scienze Umane del “Mossa”, impegnati in un progetto di PCTO, l’ex alternanza scuola lavoro, hanno raccontato l’esperienza vissuta tra i banchi.
”Svolgiamo un lavoro di assistenza all’ insegnamento, ad esempio supportiamo chi rimane un pò indietro consentendo alla classe di proseguire il programma – dicono Sara Seddaiu e Giada Nieddu della 5°SUA – è un’esperienza che ci è servita a metterci alla prova capendo quanto sia difficile trasmettere qualcosa che noi diamo scontato, come parlare italiano”. La scuola, in tutti questi anni, è stata mezzo di inclusione e aggregazione sociale per diverse comunità straniere. Dalla prima ondata di immigrazione dal Senegal a quella Ucraina e Argentina dei nostri giorni. ”Abbiamo iniziato con pochi insegnanti e moltissimi studenti senegalesi e marocchini che frequentavano –ricorda Antonietta Zoroddu del Labint- ora ci sono tantissime nazionalità e classi numerose con 20,24 iscritti ma il nostro scopo resta insegnare la lingua e soprattutto farli sentire a casa quindi un insegnamento improntato all’accettazione, apertura, empatia e che non sia fine a sè stesso. Evitiamo tecnicismi, cerchiamo di rimanere aderenti alla vita reale. Abbiamo cinque livelli, dal pre-alfa alle classi con vari gradi di alfabetizzazione e di lingua parlata fino al B1 finalizzato agli studenti che vogliono preparare l’esame per ottenere la cittadinanza”. Ospitati dalle aule del Liceo Scientifico “L.Mossa”, tante le richieste rimaste inevase, a causa soprattutto della mancanza di volontari per l’insegnamento.
Pina Montis, che analizza i numeri della scuola ( un report dettagliato verrà pubblicato nei prossimi mesi) mette inevidenza l’incremento di donne - soprattutto da Europa dell’Est ( Ucraina in testa) e Sudamerica, in particolare dall’Argentina – e l’alto livello di istruzione. Durante la serata anche l’illustrazione dei dati (al 20 novembre) forniti dall’Ufficio Statistica del Comune dove viene registrata una piccola flessione degli stranieri: 6900 quelli presenti in città, le comunità rumena, senegalese, pakistana e marocchina ai primi 4 posti. A scuola la maggiorparte degli studenti,113, è africana, seguiti da quelli di provenienza asiatica (50), soprattutto da Bangladesh e Pakistan, e dell’Europa Orientale (29). “Imparare l’italiano si presenta come una necessità per reinserirsi nel mondo del lavoro – sottolinea la Montis - anche perché, nonostante diploma o laurea, spesso questi titoli di studio non sono riconosciuti nel nostro Paese. Per tutti occorre dire che encomiabile è lo sforzo che fanno per venire scuola, spesso dopo il lavoro, e il rispetto e l’attenzione che nutrono verso gli insegnanti e i compagni”