Non sarà una nuova materia obbligatoria di studi ma un percorso seminariale, libero e facoltativo, riservato agli studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori.

Parliamo del nuovo corso di "Educazione sentimentale ed esercizio del pensiero dialogante", progetto pilota in Italia e organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte attraverso la Consulta regionale dei giovani.

Obiettivo è contrastare violenza e discriminazioni, in un'ottica preventiva, promuovendo una "rialfabetizzazione emotiva" di ragazzi e ragazze affinché, nell'era dominata dai social network, imparino invece a vivere sane relazioni sentimentali e sociali in maniera consapevole e costruttiva.

"Siamo convinti – spiega Gabriele Molinari, delegato alla Consulta che promuove l'iniziativa - che temi delicati come la parità di genere, il rispetto di sé e dell'altro, la valorizzazione delle differenze, la non discriminazione abbiano una valenza universale, che richiede di essere diffusa e condivisa proprio fra gli adolescenti, come essenziale tappa di crescita per la formazione di adulti equilibrati, sereni e responsabili".

Il progetto, cui le scuole possono aderire sino al 31 ottobre, si articolerà in una serie di incontri di 3 ore ciascuno condotti dal professor Paolo Ercolani, docente di Filosofia dell'educazione dell'Università di Urbino, e dalla dottoressa Giuliana Mieli, filosofa e psicoterapeuta. Ampio spazio sarà dedicato al dibattito e al confronto con gli studenti.

Fra i temi affrontati storia e critica del pregiudizio misogino, la condizione della donna nella storia, le differenze di genere da un punto di vista biologico, i giovani di oggi e le relazioni adulte di domani.

"Anche se in superficie va tutto bene – spiega il professor Ercolani - anche se all'apparenza la loro vita è piena di amici, relazioni e interazioni, questi ragazzi si rivelano delle vere e proprie solitudini comunicanti, in preda a un sostanziale analfabetismo emotivo e relazionale. In questo senso, l'educazione sentimentale si rivela un momento necessario per provare a contenere o addirittura rimuovere quella che va considerata a tutti gli effetti come un'emergenza sociale".

La nuova proposta didattica, che ha precedenti in altri Paesi quali Norvegia, Finlandia e Danimarca, ha già raccolto pareri contrastanti.

C'è chi la accoglie positivamente e chi invece, come molti studenti, si domanda perché il corso debba occuparsi solo di educazione sentimentale e non di educazione sessuale.

(Unioneonline/v.l.)
© Riproduzione riservata