Una lettrice: "Assistenti familiari: non siamo lavoratori come gli altri?"
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un'assistente familiare dell'Ogliastra, vittima di un sistema di pagamento, relativo alla legge 162/98, che non tutela il lavoratore in caso di ritardi. Un disagio su cui la lettrice chiede, per rispetto e giustizia, un opportuno intervento.
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"Gentile redazione,
desidero portare alla vostra attenzione la paradossale e difficile situazione degli assistenti familiari che lavorano nelle famiglie che usufruiscono della legge 162/98. Una legge regionale, e che prevede dei piani personalizzati di assistenza per le persone residenti in Sardegna con gravi disabilità.
Si tratta, molto spesso, di famiglie non certo abbienti, e che richiedono questo tipo di supporto perché da sole non riescono a provvedere alla cura e all’aiuto dei propri malati.
La situazione paradossale in cui si trova chi, come me, ha fatto di questo aiuto la propria professione, è che se i nostri stipendi vengono liquidati dalle famiglie grazie ai finanziamenti preposti dagli enti relativi, è anche vero che questi finanziamenti arrivano spesso in ritardo, e le famiglie non riescono a saldare nei tempi quanto ci è dovuto.
Il ritardo che registriamo negli stipendi è di circa tre mesi, e l’unico suggerimento che dall’ispettorato del lavoro ci viene dato è di 'denunciare' la famiglia che non paga nei tempi!
Credo sia una situazione a dir poco paradossale, su cui sarebbe opportuno un intervento immediato: se non avessi bisogno di uno stipendio, farei volontariato. Chiedo solo un po' di rispetto. E di giustizia".
V. M.
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