Cara Unione,

sono uno studente dell'Università degli Studi di Cagliari e scrivo per condividere una questione importante riguardo agli orari e alla gestione dei trasporti ARST, in particolare per le tratte che collegano Sinnai al Policlinico di Monserrato.

Essere uno studente universitario non è facile di suo, e se ci si mettono di mezzo pure i trasporti, allora diventa una situazione davvero ingestibile. Sinnai viene collegata alla stazione di Settimo San Pietro da un bus di piccole dimensioni, il cui unico scopo, a rigor di logica, sarebbe portare gli utenti in un luogo dove prendere un mezzo (ferroviario o tranviario) per arrivare al Policlinico o alla stazione di San Gottardo.

Ci sono stati e ci sono tuttora disagi riguardo alle coincidenze mattutine: le persone che prendono il bus-navetta per poi prendere la metro rischiano di restare a terra, poiché quest'ultima parte prima dell'arrivo della navetta, facendo così ritardare gli studenti per l'inizio delle lezioni universitarie. Questo è solo uno dei tanti esempi dei problemi legati alla scarsa o inesistente comunicazione all'interno dello stesso ente.

La popolazione di Sinnai (parlo di questa perché degli altri comuni non sono informato) fatica ad avere mezzi di trasporto pubblico adeguati e frequenti che possano realmente collegare comune a comune come nelle altre realtà italiane. Gli orari, inoltre, sembrano impossibili e quasi delle burle: bus Sinnai-Settimo e Settimo-Sinnai che in certe ore sono completamente inesistenti (fascia oraria del primo pomeriggio); orari di coincidenza tra metro o treno per il Policlinico che non coincidono affatto; mezzi che percorrono 5 o 6 volte la stessa tratta (vedi Policlinico-Gottardo e Gottardo-Policlinico) senza includere almeno una o due volte all'ora un collegamento per Settimo San Pietro; pochi orari compatibili con le lezioni pomeridiane.

Anche per questo motivo la Sardegna è troppo indietro per certi aspetti rispetto ad altre regioni. Si parla di ripopolamento per certe zone dell'entroterra quando non ci sono nemmeno i presupposti per una mobilità adeguata e conforme a dei collegamenti che permettano di poter lavorare o studiare da pendolare nell'hinterland cagliaritano.

L'ARST inoltre permette a malapena il minimo contatto per via informatica per scrivere di eventuali disagi: l'unico modo è compilare un modulo criptico di cui probabilmente nessuno mai prenderà visione. Il tutto sta rendendo, e rende da sempre, stressante e quasi impossibile la vita di molti. Il fatto di non vivere in prossimità della città di Cagliari è quasi una colpa o uno svantaggio sociale. È ora di fare passi avanti, rivedere bene la mobilità pubblica non solo per soddisfare appieno gli utenti che hanno una vita e pagano per un servizio in certi aspetti scadente, ma anche per l'ambiente.

Alcuni mezzi sembrano essere proprio da museo (il treno che porta ancora le targhe per i reduci di guerra, sporco e maleodorante che collega Mandas-Monserrato), antiquati e che inquinano più del dovuto, come se i nuovi treni messi in uso da metà anno non bastino per le poche tratte che fa il treno fino a Mandas/Isili.

Con questa denuncia voglio condividere esperienze e situazioni che molti cittadini sardi devono affrontare ogni giorno. Io ne ho elencate varie, ma credo che altri potrebbero elencare ulteriori disagi riguardo a questo argomento e cerco un modo per poter smuovere anche solo minimamente le acque per far emergere questo problema collettivo.

L.T.

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