"Cara Unione,

tra le tante conseguenze legate alla chiusura delle scuole per il Coronavirus c'è la situazione degli educatori professionali che assicurano l'assistenza specialistica agli alunni disabili nelle scuole superiori.

Se insegnanti, dirigenti e personale Ata continuano a perceprire regolare stipendio, questi educatori, si tratta quasi sempre di laureati in discipline socio educative, non ricevono alcun compenso, perché il loro guadagno è legato alla presenza degli alunni disabili nelle scuole.

Assunti da cooperative sociali, ricevono al massimo 8 euro l'ora, e il loro lavoro affianca quello degli insegnanti di sostegno, questi ultimi, supplenti o di ruolo, sono regolarmente retribuiti, anche se la scuola è chiusa.

Per gli educatori non c'è alcuna tutela, né cassa integrazione né alcun altro tipo di ristoro al mancato guadagno.

In Sardegna parliamo di diverse centinaia di persone, per lo più donne, madri di famiglia.

L'epidemia sta colpendo tutti, nella salute e nei rapporti, ma i lavoratori più deboli scontano le peggiori conseguenze dal punto di vista occupazionale".

Roberto Comparetti

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