“Cara Unione,

nell'attuale devastazione è stato bruciato dal fuoco l'olivastro millenario esistente alla periferia di Cuglieri, uno dei più notevoli alberi secolari della Sardegna; due botanici dell'Università di Cagliari e Sassari, G. Bacchetta e I. Camarda, come ho appreso, sono andati a osservarlo e si sono adoperati per farlo irrorare d'acqua nella speranza che gemme di verde sopravvissute nella profondità del legno annerito dalle fiamme riescano a riprendere vita.

La cura che i due studiosi si sono presi di lui, grazie alla natura, ‘un essere speciale’, apre uno spiraglio alla speranza, oserei dire alla certezza, avvalorata dalle affermazioni di uno degli studiosi, che questo testimone di eventi remoti, compagno di viaggio di tanti umani cui ha mostrato bellezza e offerto ombra, riesca a sopravvivere.

A volte succede, come ho notato alle pendici dell'Etna dove molti alberi sopraffatti dall'immane calore delle colate laviche sono poi miracolosamente risorti. Se l'uomo non cercherà di frenare i cambiamenti climatici da lui innescati, assieme a tante specie ora in estinzione, vedremo scomparire dal nostro pianeta anche questi giganti: io mi auguro di poter vedere sui quotidiani locali la foto inviata da chi avrà la fortuna di immortalare le prime fasi del risveglio dell'albero.

Forse i bambini di oggi, un domani vegliardi, soffermandosi a ‘Sa Tanca Manna’, davanti al patriarca, racconteranno a quelli che verranno la storia del guerriero che ha vinto il fuoco e mostra le tracce delle ferite e delle mutilazioni a lui inferte nella battaglia".

Maria Pia Grasso

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