“Cara Unione,

Sono una giovane professionista con ‘contratto’, seppur misero, di collaborazione a P.Iva con un noto studio di Ingegneria che fattura milioni di euro grazie a lavori che si stanno realizzando nel territorio sardo a cura di un committente con fatturati da oltre un miliardo per il 2021.

Ho lavorato sodo, anticipato soldi, perché con mezzi propri ho effettuato il lavoro richiesto e dopo mesi di telefonate e mail rimaste inevase mi vedo costretta a rivolgermi a un legale per poter incassare una parcella, per altro inadeguata al ruolo svolto, continuando ad anticipare soldi senza sapere per certo se verrà effettivamente saldata.

Mi rivolgo a voi candidati del 25 settembre, si riuscirà a tutelare il lavoratore onesto? Si riuscirà a garantire un futuro ai giovani professionisti che intendono rimanere, investire nel territorio italiano e in quello sardo? E mi rivolgo a voi grossi studi, aziende, avete intenzione di fare qualcosa per evitare la famosa fuga di lavoratori all'estero?

Grazie”.

Una Giovane Professionista Sarda Indignata*

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