Pubblichiamo di seguito la lettera di un ragazzino di 12 anni inviata alla nostra redazione dalla madre, con preghiera di divulgazione.

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“Cara Unione,

sono un ragazzino di 12 anni, frequento la seconda media qui in Sardegna e venerdì scorso, per la prima volta da quando sono piccolo, ho avuto problemi ad andare a scuola.

Fino all'ultimo non volevo, poi ho deciso di farlo per parlare con i miei compagni e con i professori di quello che stava succedendo. 

Venerdì infatti, per la prima volta, alcuni miei compagni sono infatti dovuti rimanere a casa in Did (Didattica Digitale Integrata, ossia una forma meno radicale di didattica a distanza, ndr) perché non potevano ‘esibire un documento attestante l'avvenuta vaccinazione da meno di 120 giorni o la guarigione dal Covid da meno di 120 giorni’.

Loro sono rimasti a casa e io sono triste. E non capisco. 

Non capisco perché se io e tanti miei compagni abbiamo deciso di vaccinarci dopo dubbi e paure, per proteggere noi e gli altri, loro debbano stare a casa. Li proteggiamo noi, tra l'altro abbiamo anche la mascherina. Tutti, sempre. 

Non capisco perché non possano venire a scuola per aver fatto una scelta che possono fare. 

Non capisco perché i miei compagni che sono vaccinati con 2 dosi da 122 giorni possono andare al ristorante, al bar, a New York in aereo, ma non possono venire a scuola. 

Forse voi potete aiutarmi a capire. 

Grazie”.

Lettera firmata (*)

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