"Cara Unione,

recentemente una carissima amica mi ha confidato con mia grande indignazione che durante una festa, mentre lei si avvicinava per salutare un mio amico a me altrettanto caro, questi, approfittando del buio del guardaroba, le si strusciava più volte sul petto.

Io su questo amico avrei messo la mano sul fuoco: simpatico, intelligente, educato, generoso, fidanzato, apparentemente irreprensibile. Ma ugualmente credo ciecamente alla mia amica: altrettanto irreprensibile, moglie e madre di famiglia, persona lucidissima, per niente sprovveduta che non avrebbe alcun interesse a calunniare nessuno. Quindi, io le credo.

Il dolore che ho provato per quello che considero il tradimento di un carissimo amico è stato immenso; certo neanche paragonabile all'onta subita dalla signora. Ma è ancora più doloroso constatare che non ci possiamo fidare di nessuno. Che nessuno è mai ciò che appare. Neanche i più affidabili.

Ci invitano a denunciare le molestie. Ma non sempre è possibile. Come si può provare una cosa del genere? Non c'erano testimoni. Ed eventualmente già immagino i commenti: 'per una strusciatina...', 'lei l'avrà provocato' etc...

Che tristezza; costrette a vivere sempre all'erta, ad essere sempre controllate, a dover sospettare sempre di tutti, anche degli insospettabili.

Uomini codardi, prima di prendervi ciò di cui vi arrogate un diritto ingiustificato, pensate che state per ferirci irrimediabilmente".

C.C. - Cagliari

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