"Noi donne, costrette a vivere sempre all'erta"
"Ci invitano a denunciare le molestie. Ma non sempre è possibile"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Cara Unione,
recentemente una carissima amica mi ha confidato con mia grande indignazione che durante una festa, mentre lei si avvicinava per salutare un mio amico a me altrettanto caro, questi, approfittando del buio del guardaroba, le si strusciava più volte sul petto.
Io su questo amico avrei messo la mano sul fuoco: simpatico, intelligente, educato, generoso, fidanzato, apparentemente irreprensibile. Ma ugualmente credo ciecamente alla mia amica: altrettanto irreprensibile, moglie e madre di famiglia, persona lucidissima, per niente sprovveduta che non avrebbe alcun interesse a calunniare nessuno. Quindi, io le credo.
Il dolore che ho provato per quello che considero il tradimento di un carissimo amico è stato immenso; certo neanche paragonabile all'onta subita dalla signora. Ma è ancora più doloroso constatare che non ci possiamo fidare di nessuno. Che nessuno è mai ciò che appare. Neanche i più affidabili.
Ci invitano a denunciare le molestie. Ma non sempre è possibile. Come si può provare una cosa del genere? Non c'erano testimoni. Ed eventualmente già immagino i commenti: 'per una strusciatina...', 'lei l'avrà provocato' etc...
Che tristezza; costrette a vivere sempre all'erta, ad essere sempre controllate, a dover sospettare sempre di tutti, anche degli insospettabili.
Uomini codardi, prima di prendervi ciò di cui vi arrogate un diritto ingiustificato, pensate che state per ferirci irrimediabilmente".
C.C. - Cagliari
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