“Cara Unione,

il 5 maggio scorso mio figlio 17enne è risultato, referto alla mano, positivo al Covid-19.

Il nostro nucleo familiare è composto da 4 persone, compresi il ragazzo contagiato e la sorella, una bambina di 13 anni, che fra l’altro dormono nella stessa stanza.

Abbiamo quindi atteso, e pià volte sollecitato, un contatto dall’Ats perché fossero completati gli accertamenti sul nucleo familiare e altri eventuali contagi.

Ritengo fosse un  nostro diritto, oltre che un dovere dell’autorità sanitaria.

Invece, nessuna comunicazione, nessun tampone, nessun tracciamento o accertamento fatto.

Nessuna risposta ad una mia accorata email (da padre di famiglia preoccupato).

Nessuna risposta alle innumerevoli chiamate ai numeri degli uffici competenti e nessuna possibilità di chiedere informazioni.

Mi chiedo come tutto ciò sia possibile.

Grazie dell’attenzione”.

A.F. – Carbonia

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