«Cara Unione,

sono un pendolare, uno dei tanti, un numero, un codice QR di un biglietto.
La mattina mi alzo molto presto per andare a lavorare. Faccio colazione, mi lavo i denti, prendo il mio pranzo preparato la sera prima e mi dirigo verso la stazione FS di Ploaghe per aspettare il treno regionale che mi porterà ad Olbia.
Il treno (quando non è in ritardo) parte e finalmente posso godermi il viaggio tra panorami meravigliosi e persone che ti tossiscono a fianco senza mettere la mano davanti alla bocca.
Arriviamo ad Olbia e può iniziare la giornata lavorativa.
Ma cosa succede se il treno del rientro viene soppresso e ti comunicano che al suo posto troverai un comodissimo bus sostitutivo?
Niente, non ho proprio nulla contro i bus sostitutivi, mi piacciono. Non sono molto differenti dai bus normali, sono grandi e comodi uguali, sono puliti, veloci e hanno anche l’aria condizionata, certo avrei qualcosa da ridire sulla musica scelta dagli autisti ma tralasciamo…
L’unica imperfezione che hanno i suddetti bus è che non ti trasportano all’interno della stazione di Ploaghe, dove tu la mattina prima di prendere il treno hai parcheggiato la tua utilitaria sgangherata, bensì ti scaricano nel parcheggio del rifornitore Tamoil 600 metri prima.
Anche se piove o se è buio pesto, anche se sei donna, turista o se hai dei bambini con te.
L’ultima volta è successo qualche giorno fa.
Per arrivare nella stazione FS, bisogna attraversare a piedi la SP 68, percorrerla tutta sino al bivio e poi proseguire verso la tua auto. Il tutto per sette minuti di camminata.
Tutto questo nel buio della notte e facendo molta attenzione a non farsi investire dai mezzi che sfrecciano a tutta velocità.
Noi pendolari siamo stufi di vivere questo girone dantesco ogni volta che c’è un bus sostitutivo.
Grazie dell’attenzione».

Franco Righi

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