“Cara Unione,

ho letto con grande interesse sulle vostre pagine dell'individuazione della reggia nuragica nell'area di Monte Urpinu.

Nell'articolo si cita uno scritto relativo ai siti nuragici rinvenuti nel territorio cagliaritano. Tale articolo fu pubblicato, quasi trent'anni orsono, in un celebre volume su Santa Igia, la misteriosa capitale giudicale che pare proprio scomparsa dai "radar" dell'interesse storico e archeologico.

Eppure le rovine della città, rinvenute nell'ambito degli scavi degli anni '80, raccontavano di case-torri, chiese, tombe alla cappuccina, edifici e manufatti peculiari del periodo giudicale. Evidenze scientifiche dislocate tra le vie Po, Brenta e Simeto, già conosciute per la notevole densità di testimonianze archeologiche.

Sarebbe auspicabile che oltre a concentrarsi sul periodo nuragico e quello fenicio-punico, si dedicasse attenzione alla capitale del Giudicato di Càlari, che dal 1258 aspetta di essere ‘riscoperta’.

Perlomeno da quando i pisani ne abbatterono le mura, ne distrussero le porte urbiche e ne vendettero gli abitanti come schiavi.

Santa Igia, o la ‘villa sive civitate’ Sanctae Igiae, aspetta di risorgere dal fango delle rive lagunari e dall'oblio di secoli.

Magari nell'ambito di un parco archeologico sulle rive di Santa Gilla, ipotizzato, sospirato e mai realizzato...

Cordiali saluti”.

Alessio Guerriero – Cagliari

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