"Cara Unione,

mi è capitato spesso di trovarmi in un negozio di abbigliamento o, come accaduto ieri, in un centro commerciale.

Considerando che la nostra regione attrae i turisti quasi tutto l'anno, mi aspetto anche che almeno determinati esercizi e soprattutto le commesse che ci lavorano siano in grado di comunicare con gli stranieri.

Ebbene venerdì a Cagliari, per l'ennesima volta, ho assistito ad un tentativo di dialogo tra due stranieri che parlavano inglese e una cassiera che, anche un po' presuntuosamente, asseriva di non capire ciò che le veniva chiesto.

Allora mi chiedo... vista la globalizzazione, e la sempre più numerosa presenza di stranieri, con quale criterio vengono fatte le selezioni del personale, visto che nei cv si chiede un minimo, e dico un minimo, di conoscenza delle lingue?

È questo il biglietto da visita che la nostra Isola vuole lasciare?

Grazie dell'attenzione".

E. E. - Cagliari

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