"Cara Unione,

come ogni anno questo è il periodo del bando per le borse di studio universitarie. 1982 euro per gli studenti in sede, 2899 per i pendolari e 5258 per i fuori sede. Ma i conti non tornano.

I costi che gli studenti solitamente sostengono sono nettamente inferiori, soprattutto se sono in sede. Si pensi alle agevolazioni del trasporto pubblico locale: il costo di un abbonamento annuale studenti per chi ha un ISEE basso è di soli 35 euro l’anno. Se poi aggiungiamo i costi dei libri, ipotizziamo 600 euro l’anno (ben al di sopra del normale), ci si renderà facilmente conto che buona parte della borsa di studio rimarrà nelle tasche degli studenti. Con quei soldi, in sostanza, potranno fare ciò che vorranno. Non vi è infatti alcun obbligo di rendicontazione delle spese sostenute.

Se ciò non fosse sufficiente, si potrà considerare che queste borse di studio, 13,6 milioni di euro che la Regione ha stanziato quest’anno, sono pagate dagli studenti che non hanno diritto alla borsa stessa. La tassa è di circa 140 euro ed è detta “Tassa per il diritto allo studio universitario”. Il diritto di chi però? Gli studenti con ISEE sopra la soglia per accedere alla borsa non hanno forse lo stesso diritto degli altri?

In questa fase di crisi sanitaria ed economica, abbiamo poi assistito alle difficoltà dei bambini delle scuole elementari e dei ragazzi di scuole medie e superiori appartenenti a famiglie meno abbienti. Senza computer o connessione a internet hanno dovuto fare enormi sforzi e sacrifici per seguire le video-lezioni.

Due mondi totalmente diversi.

A loro non pensa nessuno. Forse perché loro non votano. 'Se non hanno più pane, mangino le brioche' diceva qualcuno".

M. P.

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