"Cara Unione,

io e altri cittadini, quartesi e non, parenti delle decine di defunti dalla quarantena in poi e sepolti a Quartu, non possiamo piangere i nostri cari come tutti gli altri poiché i loculi cui le spoglie dei nostri morti sono state assegnate non sono, ad oggi, ancora stati completati.

Io posso raccontare della storia di mia sorella, ma sono certa che la maggior parte dei defunti a lei vicini avranno storie simili.

Mia sorella soffriva di una malattia che le ha causato un peggioramento piuttosto rapido dall'autunno scorso e, a inizio lockdown, è stata ricoverata d'urgenza in ospedale e da lì è uscita a inizio maggio. Morta.

Io non credo che riusciate ad immaginare cos'è stato per lei, perfettamente cosciente di quanto stesse accadendo, non vedere assolutamente nessuno dei suoi affetti per 2 mesi, i suoi ultimi 2 mesi, né marito, né figli, né madre, né fratelli e sorelle… abbiamo rispettato le indicazioni, come tutti in questa situazione, cercando di tenerle compagnia tramite un telefono, unico mezzo di comunicazione.

È uno strazio che ci accompagnerà per sempre. Una beffa, nella tragedia.

Potrei farmi trascinare dalla rabbia e dal dolore e dire che, vista l'incidenza minima del Covid in Sardegna in quei mesi, mia sorella e noi abbiamo pagato con misure esagerate un prezzo atroce: morire da soli, senza un abbraccio o una carezza dei propri cari da mesi e mesi.

Ma anche per onorare l'onestà e la memoria di mia sorella, che ha sempre fatto del rispetto delle regole un valore, non intendo alimentare questa polemica sterile. Nulla ce la ridarà indietro, purtroppo.

È morta pochi giorni dopo l'inizio della fase 2, abbiamo dovuto combattere per poterla almeno vedere prima del seppellimento, ma è proprio questo il motivo per cui scrivo.

Dopo quasi 4 mesi ancora non abbiamo potuto andarla a trovare in cimitero, metterle un fiore, a causa del mancato completamento del blocco di loculi in cui è sepolta.

Io non so di chi sia la responsabilità, se del comune di Quartu o dell'impresa, e non mi interessa.

Vorrei soltanto che questo diritto negato finisse il prima possibile.

Hanno riaperto tutto, da mesi. Non ci sono scuse. Quei lavori vanno completati. Subito.

Vi ringrazio per l'ascolto".

Lettera firmata*

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