“Cara Unione,

ieri sera a Livorno a mio marito, residente in Sardegna, è stato impedito l'imbarco sulla nave Grimaldi in partenza con destinazione Olbia.

Pur essendo arrivato all'imbarco alle 19.10 è rimasto bloccato in coda sul piazzale perché le operazioni d'imbarco sono state come sempre caotiche e lunghissime.

Alle 21 gli inservienti hanno chiuso i cancelli, lasciando a terra lui e diverse decine di persone, a bordo di auto, camion (anche con merce deperibile) e camper.

La motivazione fornita dal personale è che hanno avuto disposizione di chiudere i cancelli alle 21 perché i passeggeri, a loro dire, si sarebbero presentati in ritardo. 

Quello che in realtà a mio marito è parso è che gli addetti, nella più totale confusione, si siano ritrovati in notevole ritardo per gli imbarchi. E abbiano a un certo momento dovuto tassativamente chiudere, non si capisce perché. Un episodio di disservizio che non è caso isolato, in realtà, poiché, salvo la domenica appunto, le navi Grimaldi partono (e arrivano) spesso in ritardo anche di 2 ore. Com'è successo a mio marito appena lo scorso giovedì (viaggio Olbia-Livorno), a me mesi addietro e a diverse persone con cui ne ho parlato.

Alle 22,30 di domenica sera, con le note difficoltà a spostarsi dovute al Covid, decine di persone si sono quindi trovate a Livorno, lontane da casa, senza un posto dove trascorrere la notte. Alcune con bambini al seguito.

Il tutto senza l’ombra di una scusa o di un risarcimento da parte della compagnia.

Grazie dell’attenzione”.

D.L.

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