«Cara Unione,

vorrei esprimere, tramite questo spazio riservato ai lettori, il mio pensiero per la mamma e la sorella di Davide Calvia. Premetto che non conosco queste persone, da mamma e da sassarese sono venuta a conoscenza dell'accaduto tramite i tg e i giornali.

Già dalla sera di mercoledì ho sperato e pregato per la loro sorte.

Mi sono recata anche personalmente giovedì pomeriggio agli alti fondali di Porto Torres, volevo solo vedere quel porto da dove, come appreso dai giornali, hanno preso il largo i due cugini, e perché nasconderlo, recitare una preghiera perché fossero ritrovati.

Oggi e i giorni scorsi dal ritrovamento di Giovanni Pinna in tanti leggo che hanno commentato a sproposito, facendo insinuazioni e giudicando.

Il mio rammarico e la mia tristezza è tanta, anzitutto per la sorella che ha chiesto chiarezza, giustamente.

Penso al dolore della famiglia di una mamma, e mi domando chi di noi ha il diritto di giudicare, di voler fare per ogni caso, seppure finito tragicamente, l'avvocato, l'ispettore, il giudice di tutti.

Dove è finito il rispetto per il dolore altrui, non c’è più umanità, solidarietà, si è capaci solo di puntare il dito contro il prossimo senza nemmeno conoscerlo.

Alla mamma e a tutta la famiglia di Davide vanno la mia vicinanza e solidarietà. A Giovanni Pinna gli auguri di cuore di riuscire a superare questo tragico evento.

Grazie dell’attenzione».

Sandra Sassu – Sassari

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