«Cara Unione,

Scrivo per segnalare una questione piuttosto importante e, a mio avviso, urgente, che riguarda il procedere dei lavori di realizzazione della nuova scuola dell’infanzia di via Pietro Leo a Cagliari.

Come molti cittadini sapranno, la scuola, chiusa nel 2015 per problemi strutturali, è rimasta abbandonata per ben 8 anni, finché nel 2023 (a ottobre) sono iniziati i lavori di demolizione e rifacimento. L’inizio di tali lavori è stato accompagnato dai grandi proclami del sindaco precedente, il quale aveva garantito che la scuola, caratterizzata da un’architettura d’avanguardia, sarebbe stata pronta nel giro di un anno. In effetti, come riportato anche dal cartello di cantiere, la fine dei lavori era prevista per il 7 giugno 2024.

Oggi, frequentando quasi quotidianamente il parco di Monte Urpinu, ho modo di constatare come la scuola sia ben lontana dall’essere finita (non siamo neanche a metà dell’opera) e, procedendo con questi ritmi, non lo sarà nemmeno a settembre per l’inizio del nuovo anno scolastico.

Trovo davvero ingiusto che i bambini di un intero quartiere debbano rinunciare alla propria scuola pubblica e siano costretti a prendere tutti i giorni la macchina o lo scuolabus per andare in via Zeffiro (in tutt’altro quartiere) dove si trova la sede “temporanea” della scuola, o addirittura dover optare per una scuola privata.

Spero, pertanto, che puntare un faro sulla questione possa favorire un cambio di passo nei lavori che, se portati avanti con il giusto numero di risorse (sia materiali sia uomini e ore) potrebbero garantire ai bambini di Monte Urpinu e San Benedetto (e tutta la zona di pertinenza interessata, che è assai ampia) di poter svolgere almeno una parte del prossimo anno scolastico nella nuova scuola del loro quartiere.

Si tratta pur sempre di costruire un edificio di un piano, in parte prefabbricato, non un grattacielo! Una città che non dedica la giusta attenzione e che, anzi, trascura in questo modo il cantiere di una nuova scuola per la prima infanzia ha perso in partenza l’importante sfida di regalare un futuro “accogliente” alle nuove generazioni.  

Grazie».

Eleonora Fiorentino

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