“Cara Unione Sarda,

che bel nome: indica l'Unione di un popolo, ma che unito ultimamente non è.

L'individualismo partitico che alberga anche nel governo regionale fa dimenticare a chi di dovere di rappresentare e difendere l'interesse del popolo sardo con il governo centrale.

Se noi Sardi riuscissimo a capire l’importanza di essere uniti saremmo più rispettati, non avremmo tutte quelle servitù che mettono in pericolo la salute di migliaia di persone e non andremmo incontro al rischio di vedere rovinati migliaia di ettari della nostra invidiata isola.

Pale eoliche, centro di raccolta di scorie radioattive, false strutture produttive che durano finché agevolate da un governo accondiscendente non fanno altro che deturpare il territorio.

Mi chiedo: ma chi governa la Sardegna non capisce che così si impoveriscono le strutture della pastorizia, una delle colonne portanti del capitale sardo?

Certo la pastorizia, come l'agricoltura (dimentichiamo che eravamo il granaio d'Italia): non produciamo una buona percentuale del tanto nominato pecorino romano? Per non dilungarci in tantissime nostre specialità, apprezzate in tutto il mondo.  Ed ora il governo nazionale ha deciso per tutti noi che le nostre colline e il nostro mare deve venire violentati da qualcosa di obsoleto che ha il solo scopo di produrre per il continente quella corrente di cui hanno bisogno.

Piccola domanda: perché non mettono nell'Adriatico, da Venezia fino a Rimini davanti a quelle spiagge, tutte le pale programmate per la Sardegna?

Ci sarebbe tanto altro da  dire, ma lascio ad altri condividere e continuare ad esprimere il dissenso di quanto hanno intenzione di fare alla faccia del dissenso dei sardi.

Questa lettera, voglio precisare, l’ho scritta con l’orgoglio di chi non intende subire in maniera succube la deturpazione della sua Sardegna. E credo lo stesso pensino i tanti sardi che per lavoro vivono in continente ma nel cuore hanno la loro terra.  

Grazie".

Salvatore Temussi

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