Pubblichiamo oggi la riflessione di un lettore circa l'eccessiva superficialità con cui i giovani affrontano oggi il tema delle droghe e dell'abuso di alcol.

Un invito ad una maggiore attenzione, da parte di tutti, perché possano cessare i weekend di "ordinaria follia".

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"Gentile redazione,

anche oggi è sabato e stasera per molti giovani inizia la festa, la serata che si aspetta da tutta la settimana. Per farvi comprendere una realtà spesso sconosciuta, vi descrivo quale potrebbe essere un sabato di ordinaria follia.

I giovani si ritrovano dopo cena in un pub o in un bar per fare tardi e bere qualche birra, in attesa di caricare le macchine con gli amici e partire.

Verso la mezzanotte si parte, magari fermandosi in autogrill per comprare qualche alcolico di scorta.

Finalmente si arriva nel locale e, appena si entra, alcuni decidono di "calare" ecstasy in modo tale che l'effetto sia al massimo quando esplode la musica e le luci. Altri continuano con gli alcolici e altri ancora decidono per entrambe le cose. La canna non manca e si usa alla fine per far discendere l'eccitazione dello sballo.

Se lo sballo è troppo forte si usa qualche sedativo, magari preso a casa nel cassetto di mamma e papà.

Verso l'alba la festa finisce e si sale in macchina per fare colazione con i consueti cornetti e tornare a casa.

Poi è domenica e si riparte il lunedi come nulla fosse.

Questo potrebbe essere un sabato. E non voglio dire che questa è la realtà di tutti i giovani, ma potrebbe esserlo.

Il problema è che spesso la percezione è che il tossicodipendente sia solo l'eroinomane, e chi fa uso di queste sostanze si sente "pulito".

Spieghiamo ai ragazzi che queste droghe non sono sicure e che non stanno prendendo caramelle: sono sostanze di laboratorio e che agiscono sul sistema nervoso centrale, danneggiandolo anche in maniera permanente.

Credo che contrastare la tesi dell'innocuità di queste sostanze e l'atmosfera di normalità che, purtroppo, si sta diffondendo, sia un dovere morale di tutti. E forse negli ultimi anni ci siamo un po' troppo distratti.

Grazie dell'attenzione,

Andrea Zirilli - Cagliari

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