Pubblichiamo oggi l'amara lettera di un rappresentate dell'Associazione Diabete Mellito e Celiachia Sardegna (ADMO) di Sassari, una riflessione sui tagli indiscriminati della sanità pubblica ai danni dei diabetici sardi.

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"Gentile redazione,

immaginate una persona con diabete al quale vengano ridotte il numero di strisce reattive per misurarsi la glicemia e che a quella stessa persona non venga concesso l'uso del microinfusore e del sensore nonostante abbia delle glicemie pericolosamente variabili.

Quindi supponete che quella persona, magari un bambino, venga anche privata della possibilità di utilizzare un sistema di controllo glicemico non invasivo, che evita circa tremila punture al polpastrello l’anno.

Inoltre immaginate che il diabetologo venga impossibilitato a prescrivergli in prima battuta le insuline più sicure a discapito delle altre. Immaginate adesso che questo sciagurato diabetico (il termine “persona con diabete” di prima si è tragicamente dissolto) abbia l’imprudenza di vivere in Sardegna, proprio nella Regione che detiene il primato mondiale dell’incidenza del Diabete Giovanile, e che paradossalmente risulti proprio l'unica zona in Italia in cui non siano rimborsati i moderni strumenti diagnostici e le nuove e più sicure terapie insuliniche.

Cinismo, penserete, oppure accanimento antidiabetico? Tutto dannatamente reale, vi rispondo io, e sta succedendo esattamente ora, ai danni degli oltre centomila diabetici sardi e con il coinvolgimento indiretto di ulteriori trecentomila familiari (si tratterebbe del partito di maggioranza nella prossima tornata elettorale).

Ho scelto di riadattare la storiella della 'rana bollita' di Chomsky alla graduale perdita di diritti che vivono attualmente le persone con diabete della Sardegna: la rana immersa nel pentolone sul fuoco d’acqua tiepida dapprima ci si trova bene, e man mano che la temperatura aumenta trova conforto fino a quando però il calore diviene talmente insopportabile che essa perde le energie, finendo così fatalmente bollita.

Se viceversa fosse stata immersa nel pentolone già bollente, ne sarebbe fuoriuscita con un semplice balzo.

Ebbene, lo scaltro e cinico politico isolano applica la dinamica della rana bollita al nostro povero diabetico sardo smontandogli gradualmente i propri diritti, in maniera da impedirgli una pronta reazione che, viceversa, lo avrebbe potuto salvare. Ciò a cui stiamo assistendo passivi è una vergognosa discriminazione attuata da chi applica con zelo i tagli lineari dei costi della sanità, contrariamente al principio costituzionale di un accesso paritario ed omogeneo alle cure, uguale a Bolzano così come a Trapani, così come ribadito dalla sentenza 4546 del 29 settembre 2017 del Consiglio di Stato.

Eppure sono certo che la povera rana - la persona con diabete finalmente consapevole - troverà le energie per fuoriuscire dal pentolone dell’inganno e ribellarsi a quegli stessi politici che attentarono alla sua incolumità, impedendone la loro rielezione allo scranno fatato.

La nostra arma sarà una scura mina di matita, indelebile proprio come lo è la cronicità che avvolge la nostra condizione di portatori di diabete, vergognosamente dimenticata dai nostri cari politici".

Michele Calvisi - ADMS ONLUS, Sassari

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