"Gentile redazione,

invio una riflessione relativamente alla lettera del giorno del professor Gabriele Uras sul problema della dispersione scolastica.

Tra cause ed effetti si stabilisce molto spesso una così stretta interconnessione che, alla fine, risulta molto difficile stabilire quale sia il ruolo ricoperto da ciascuna delle due. È vero che la dispersione scolastica è, in un certo senso, un effetto di un più generale disagio sociale e, come tale andrebbe affrontata.

D'altra parte ritengo che ciò non possa costituire sempre e comunque un alibi, per i soggetti interessati, per cui essi si possano ritenere esonerati e giustificati sempre e comunque nella propria ignavia.

Il professor Uras, a motivo della sua lunga esperienza, conosce molto bene il mondo della scuola in Sardegna. Credo che egli non possa non concordare sul fatto che, anche nei decenni passati esistevano grossi problemi che ostacolavano la buona riuscita negli studi.

Eppure abbiamo avuto numerosi esempi di figli di pastori, di piccoli artigiani, di semplici operai che, a costo di grandi sacrifici, si sono impegnati negli studi e oggi sono affermati professionisti, avvocati, ingegneri, docenti in Sardegna e fuori.

Questo solo per dire che sarebbe ora di smetterla di piangersi addosso e iniziare a darsi da fare senza aspettare la manna dal cielo o il reddito di cittadinanza dal governo".

Giorgio Piras

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