“Cara Unione,

da fiore all'occhiello della sanità per malati di TBC a struttura di ibernazione. No, non è il titolo né la trama di un film di fantascienza in programmazione nei cinema sardi. È la situazione che pazienti affetti da patologie legate al sistema respiratorio subiscono, loro malgrado, durante la loro degenza in una struttura ospedaliera del nuorese.

Una situazione che vede termosifoni lasciati al regime minimo di funzionamento in periodi dell'anno proibitivi anche per chi non soffre di patologie respiratorie. E la situazione che prevede una sola e unica coperta per letto-paziente per conferire a quest'ultimo un minimo di tepore dal freddo intenso che sta caratterizzando questo periodo dell'anno. È anche la situazione che porta pazienti fragili e inizialmente apiretici a manifestare, dopo appena 36 ore dal ricovero, sintomi febbrili, come accaduto a mia madre.

Non me ne voglia il personale sanitario, incolpevole al pari dei malcapitati pazienti, ma c'è da chiedersi quale sia il senso di somministrare cure adeguate e tenere in funzione una struttura del genere se poi al suo interno i degenti vedono complicarsi il loro quadro clinico al precipitare delle temperature.

Non conosco e non intendo conoscere il o i responsabili di tale situazione - indegna per un Paese civile nel XXI secolo - auspico soltanto che si possa riportare al centro di tutto il benessere psico-fisico del malato”.

V. M. – Nuoro

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