"Presidente Solinas, tutti noi abbiamo osservato, con assoluto senso di responsabilità le regole imposteci dal primo DPCM dell'11 marzo e lo abbiamo fatto con orgoglio ed alto spirito civico, consci che fosse il solo ed unico modo per salvaguardare la salute di noi tutti. Purtroppo però le micro e piccole imprese si trovano oggi a dover sostenere un sovraccarico economico ed una conseguente gravissima mancanza di liquidità a causa della pandemia. Le suddette misure di tutela della salute hanno determinato come conseguenza il porre i sigilli ad oltre l'80% delle attività commerciali, comportando per queste imprese gravi perdite economiche ed il rischio di non riuscire a riaprire e tirare su le saracinesche al termine di questa emergenza.

Avremmo voluto contribuire alla successiva fase di ripartenza, pieni di speranza e nella convinzione di salvaguardare così il futuro lavorativo nostro e dei nostri dipendenti, creando inoltre i presupposti per un graduale ritorno ad una normalità sociale attesa da tutti noi oramai da troppo tempo. Ora servono decisioni per affrontare l'immediato futuro e successivamente interventi più strutturali durante la difficile fase di ripartenza.

Chiediamo una riapertura graduale ma anticipata rispetto a quanto stabilito dall'ultimo decreto, in quanto a distanza di due mesi dall'inizio della pandemia, la situazione sanitaria che ci raccontano i dati parla di un'Italia 'differentemente' coinvolta dai numeri dei positivi accertati, con un notevole distinguo tra le regioni del Nord e la nostra che, fortunatamente e grazie alla sua estensione territoriale e una più leggera pressione antropica, vede il rapporto del contagio vicino allo zero.

Chiediamo inoltre di studiare insieme precise e mirate misure a sostegno delle imprese, le quali dovranno essere di facile e semplificato accesso, come per esempio: a) Finanziamenti a fondo perduto e accesso facilitato ai prestiti derivanti dai decreti cura Italia e Liquidità , che ancora oggi non sono stati liquidati se non a pochissimi fortunati; b) Una moratoria per il pagamento degli affitti dovuti per i mesi di chiusura forzata delle attività commerciali.

Per poterlo fare, si potrebbe considerare di compensare iniziative di moratoria con credito d'imposta non per i locatari come previsto dal decreto ma per i locatori. La sollevazione dal suddetto carico economico potrebbe favorire la possibilità di riapertura di molte attività diversamente destinate al collasso.

Ci rimettiamo nelle sue mani presidente Solinas sperando nella sua responsabilità di valutare in piena coscienza quali vie e con quali mezzi può conciliare le nostre richieste, forti della consapevolezza che dietro le medesime ci sono migliaia di imprese, dove ognuna di esse, dalla più piccola alla più grande, spesso racconta storie dolorose di cadute e di riscatto, di giovani che hanno deciso di tornare, di grandi sacrifici ed enormi investimenti.

Oggi vogliamo lanciare a lei il nostro ultimo e disperato grido di aiuto. Siamo allo stremo: migliaia di negozi colmi di merce estiva che ancora oggi giace invenduta nei magazzini, con l'aggravante che le merci del settore moda sono legate alla stagionalità e quindi a breve, in ottemperanza alla calendarizzazione dei saldi estivi previsti per il 1° luglio, esse saranno vendute a prezzi ribassati, subendo così un'ulteriore e ingente perdita che andrà a sommarsi a: costi di locazione, mutui, contributi, bollette, spese correnti e fatture già in scadenza al 30 aprile, che di certo il virus non ha fermato.

Siamo tanti, troppi oramai che hanno perso la fiducia nelle istituzioni, e qualora le nostre istanze non venissero riconosciute, siamo oramai pronti a battaglie più incisive e più eclatanti che ci vedranno in migliaia a manifestare nelle piazze. Lo dobbiamo alla nostra dignità di imprenditori, padri e madri di famiglia nella speranza di ripristinare attraverso esse i cardini per risanare la nostra democrazia".

Gli esercenti del comparto commercio di Abbigliamento, calzature e pelletteria, Agenti di commercio, subagenti e collaboratori della Sardegna

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