Cara Unione,

ho vissuto con profondo disgusto i fischi del pubblico arabo durante il minuto di silenzio per Gigi Riva, prima del fischio d’inizio del secondo tempo della finale di Supercoppa italiana tra Napoli e Inter.

Sarà perché sto vivendo la morte di Rombo di Tuono come la perdita di un parente o di un caro amico (perché questo era lui per tutti noi sardi), ma quella vicenda mi ha profondamente turbato.

Sono i fischi di gente ignorante nel senso letterale del termine, di gente che ignora cosa sia stato Riva per la Sardegna, per l’Italia e per l’intero mondo del calcio. Potranno comprare a suon di petrodollari grandi calciatori e importanti competizioni sportive. Ma la cultura calcistica no, quella non si compra.

Quei fischi sono un insulto alla Sardegna e all’Italia intera. Un insulto alla stessa Lega Calcio, tanto che per un attimo ho pensato: magari è la volta buona che chiudiamo ogni relazione calcistica con i sauditi?

Povero illuso, nel giro di pochi minuti la stessa Lega Serie A è intervenuta per spiegare e giustificare quei fischi: nella cultura araba, ci è stato detto, non è previsto il silenzio per ricordare i morti. Sarà pur vero, ma quei fischi restano una macchia indelebile e un insulto al più grande goleador della storia della nazionale italiana. E sono inaccettabili.

Gianni Atzori

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