"Cara Unione,

la categoria dei fieristi, ambulanti del comparto alimentare ed extralimentare oltre a una forte situazione di disagio economico sta iniziando oggi anche a dover fare i conti con un importante disagio psicologico dato dalla mancanza di certezze, queste soggette alle ingarbugliate maglie burocratiche.

Dopo mesi di fermo totale in cui la categoria si è ingegnata e preparata ad un nuovo ciclo di vita dovuto al cambio netto di operatività per garantire soprattutto agli ospiti e alle Istituzioni il più severo e rispetto delle norme Anticovid, oggi si trova in uno stato di profonda confusione data dalle più variegate letture di ordinanze e normative che portano l'operatore in uno stato di profonda confusione.

Nella Regione Sardegna un detto popolare dice : "Centu concasa Centu berrittasa". Che tradotto letteralmente: "Cento teste cento cappelli.

Capita sovente di trovare il favore della presidenza di una Regione, dell'istituzione locale, ma poi il fermo del funzionario locale che non vede chiara quella virgola e allora tutto in standby in attesa che quella virgola venga rettificata a monte per poi scendere a valle e rientrare da dove era nata la criticità su quella virgola... che forse era un punto e virgola. Vedilo per tanti Regioni e per tante teste e capelli diversi.

Oggi la categoria è allo stremo economico e psicologico proprio perché questa categoria fatta di uomini e donne, famiglie per cui una fiera locale (consentita) o una sagra (consentita) rappresentano la possibilità di portare il pane a casa.

Chiediamo solo due cose: lavoro e rispetto per una categoria che già ha rassicurato sul perfetto rispetto delle nuove indicazioni.

Siamo allo stremo".

Ivan Scarpa - Presidente Regionale Sardegna Associazione Fieristi Italiani

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