"Cara Unione,

è pur vero che ormai viviamo in una società dove i valori ed il rispetto per i più deboli sono diventati un orizzonte irraggiungibile. Ed è pur vero che chi è preposto ad aiutare i bisognosi, chiesa cattolica ed altri enti di pubblica assistenza, quando portano il loro supporto, lo fanno esclusivamente per carità.

Eppure, spesso, tutto ciò pare non bastare.

Come nel nostro caso.

Non voglio annoiarvi raccontando dall'inizio la mia disavventura, solo un piccolo ed ultimo passo della stessa.

Mi trovo ospite in una struttura ecclesiastica, e forse da troppo tempo, ma non per mia scelta personale.

Qui mi trovo con i miei anziani – e malati - genitori. Il tetto sopra la testa ci è stato messo - bontà della chiesa - dopo uno sfratto ricevuto, a nostro avviso senza colpe e cui abbiamo provato ad opporci ma senza, al momento, ottenere giustizia.

E ora, purtroppo, nella struttura che ci ospita pare siano necessari alcuni lavori, che ci hanno letteralmente tolto questo misericordioso tetto da sopra la testa, e da giorni ci troviamo anche senza energia elettrica e senza acqua potabile.

I miei genitori sono gravemente malati, eppure pare che della nostra vicenda, di cui comunque abbiamo informato anche il Santo Padre, nessuno possa al momento occuparsi.

E a questo punto mi viene da chiedermi, dov'è la carità cristiana che tanto professa la chiesa cattolica.

Questa lettera è il nostro ultimo appiglio, la speranza di una famiglia provata da tanto dolore e tanta sofferenza, che la nostra voce venga ascoltata.

Perché in Italia, in Sardegna, sono come noi tante le famiglie che ogni giorno lottano per conservare quella dignità che la vita prova ogni giorno a strapparci, fra mortificazioni e sofferenze.

Dove sta la giustizia, dove sta la carità. Facciamo sempre più fatica a comprenderlo.

Perdonate lo sfogo".

Lettera firmata*

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