“Cara Unione,

scrivo perché non riesco più a tollerare determinate dinamiche che si ripercuotono sulla nostra società, e che dipendono a mio avviso da una pessima gestione, ai diversi livelli, di questa maledetta pandemia.

Mi soffermo, in particolare, sul tema della scuola e sui danni causati agli alunni delle diverse età da questo incubo perenne.

Mi soffermo, dato che ne ho diretta testimonianza, sulle scuole primarie, cioè la fascia che riguarda i bambini che hanno dai 5/6 anni ai 10/11.

La situazione è la seguente: bambini seduti alla ricreazione, non vanno in palestra, a malapena giocano tutti insieme in giardino (se presente), perennemente fissi con le mascherine, non possono avere un dialogo neanche con il vicino di banco, perché secondo i regolamenti, non si ha il metro di distanza: siamo seri o cosa?

Mi chiedono se le istituzioni preposte alla gestione di questa situazione capiscano le conseguenze destinate a ripercuotersi sui bambini.

Capisco la paura, e la giusta attenzione, ma non si può neanche non far più vivere i nostri ragazzi.

È evidente che in questo modo la gestione della pandemia non funziona.

La scuola, e anche la cultura, non dovrebbero rendere liberi?

Grazie dell’attenzione”.

Gabriele Baldino, Sassari

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