"Cara Unione,

ho letto la lettera pubblica ieri: "Burcei, un diamante che attende solo di essere sgrezzato".

Rispetto la passione con cui il vostro lettore ha descritto in poche righe il paese, come fosse un tesoro da scoprire. Si legge anche, però, l'indolenza di chi aspetta sempre che siano gli altri a fare qualcosa e se questo non avviene è colpa di altri.

Il lettore "invita", "stimola" a fare qualcosa. Encomiabile. Ma non ha detto tutto.

Burcei sarebbe davvero un paesino delizioso, per la sua posizione geografica, la vicinanza al capoluogo e per le potenzialità rappresentate dalle risorse naturali che possiede. Ma i primi a non valorizzare queste risorse sono proprio gli abitanti, che preferiscono farsi tutti i giorni 30 chilometri per raggiungere un posto di lavoro comodo, magari non ben retribuito, ma almeno "sicuro".

Questo fanno in molti piuttosto che rimboccarsi le maniche e provare a creare lavoro, intraprendendo attività che diano occupazione, organizzando aziende che prendano la sede legale lì e creando ricchezza per tutti. Invece questo non avviene, a parte qualche prode pastore che resiste col suo gregge, che si assottiglia ogni anno di più, senza la prospettiva di poterlo lasciare in eredità a un figlio o a un nipote perché questi seguiranno la scia del lavoro fuori.

Nessuno fa nulla per valorizzare quelle risorse, basti pensare alla produzione di quel meraviglioso frutto di cui parla il lettore, le ciliegie, conosciute in tutta la Sardegna tanto da indurre a creare "falsi", quali vendere quelle del mercato provenienti da chissà dove come "Ciliegie di Burcei". Nessuno ha mai chiesto un DOP o un DOC. Si sono lasciati morire migliai di ciliegi nell'incuranza e nella corsa al "posto sicuro", al posto "fisso". Un tempo le famiglie ci campavano, con la raccolta delle ciliegie. E il tripudio dei fiori che annunciava la primavera? Tutto perduto.

E allora chiedo al vostro lettore, dato che è stato comunque propositivo, o ad altro burcerese: chi è che dovrebbe venire a sgrezzare questo diamante?

Aspettiamo il "forestiero"? Forse è meglio che non arrivi perché spesso è solo un predatore. Il problema è uno soltanto: non si è capaci di fare gruppo. Ognuno pensa per sè, e anche chi è capace di mettersi in gioco non trova alleati e scappa. Trova tanti detrattori, questi non mancano.

Si sveglino a Burcei, e comincino a guardarsi intorno perché la natura è stata generosa con loro, perfino in tempi di coronavirus: pare non ci sia neppure un contagio. Potrebbe diventare oggetto di studio, come stanno facendo in un paesino del Pavese, in Lombardia. Ma di Burcei non si conosce neppure l'esistenza. E sarà certo colpa della classe politica, inefficiente e cieca a tutti i livelli, ma non solo, visto che i politici li votiamo noi.

Grazie per lo spazio che vorrete darmi".

Lettera firmata

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