"Gentile redazione,

in Italia ci sono 5 milioni di poveri e molti di questi la carne, purtroppo, la mangiano poche volte l'anno. C'è poi il tema dei nostri boschi, che non riescono più a sfamare la moltitudine di cinghiali che, oltre a fare danno ovunque, affamati scendono anche nelle città e scorrazzano per cercare cibo nei cassonetti della spazzatura, spaventando i cittadini, e mettendo in pericolo la vita degli automobilisti.

Il cinghiale, da sempre considerato una preda ambita per la sua carne, è stato una fonte di cibo di primaria importanza per l'uomo, in seguito soppiantato dal suo discendente domestico, il maiale.

Oggi l'abbattimento selettivo dettato dalla preservazione di un ecosistema minacciato da queste presenze potrebbe anche servire a sfamare la moltitudine delle persone che attualmente vivono in Italia ai margini della sopravvivenza.

Perché allora non farlo?

È una proposta semplice e forse anche banale, ma perché non tenerla in considerazione".

Antonio De Iorgi - La Spezia

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