“Cara Unione,

sono una madre messa letteralmente alla porta, nella scuola di mio figlio, perché non in possesso di green pass, che sottolineo non ho non perché io sia ‘no-vax’, ma perché protagonista di una vicenda ai limiti dell’assurdo dovuta a una gravidanza insorta a metà del ciclo vaccinale.

Non sto a soffermarmi sulla mia vicenda, per la quale mi sto informando nelle opportune sedi, quanto piuttosto sul fatto che con grande sorpresa vedo che per le prossime votazioni sarà sufficiente presentarsi al proprio seggio elettorale con un documento di identità valido e la tessera elettorale, mentre non è necessario presentare il green pass.

Ora io mi chiedo: ma non ci troviamo in un ambiente chiuso, la scuola, con rischio di assembramenti dovuti a tante persone in attesa nei corridoi del proprio turno? E mi chiedo soprattutto: ma la scuola non è lo stesso locale dove non posso accompagnare ogni mattina il mio bimbo perché sprovvista di green pass? Mi chiedo allora se le regole debbano valere valgono solo per alcuni, e se quando si tratta della politica valga sempre il ‘liberi tutti’.

Evviva la democrazia”.

Una mamma indignata – Carbonia

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