D opo il gran caos seguito alla fuga dei militari statunitensi, l’Afghanistan si avvia alla normalità. Le resse in aeroporto, le persone cadute dal vano carrello degli aerei in fase di decollo, i colpi di mitra su donne e uomini inermi, le bombe a fare strage di adulti e bambini sono roba del passato. Il clamore internazionale si sta pian piano affievolendo, come la coraggiosa opposizione armata interna, abbandonata a se stessa nelle remote valli del Paese. Ben presto i talebani saranno accolti nel consesso internazionale, magari senza grancassa, come è accaduto e accade a tanti altri Paesi con pesante deficit democratico, dalla Libia al Qatar, dal Myanmar alla Nigeria. Pazienza se proprio ieri una timida manifestazione anti talebana si è conclusa con due morti e otto feriti, naturalmente tutti tra i rivoltosi e tutti per colpi di arma da fuoco. L’Afghanistan corre verso la normalità. Tanto è vero che sempre ieri è stato varato il nuovo governo talebano. Il premier è Hasan Akund, inserito nella lista dei terroristi internazionali stilata dall’Onu. E come ministro dell’Interno è stato nominato Sirajuddin Haqqan, ricercato dall’Fbi. E voi che vi siete lamentati di Previti ministro della Difesa.

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