B astava lo sguardo insistito di un passante, e subito era psicodramma: «Perché mi guarda? Avrò i pantaloni strappati, una patacca sulla camicia?». Succedeva solo due o tre decenni fa, ma è già preistoria. Ora è un’ininterrotta Champions League del chissenefrega, comanda un’intera popolazione di Marchesi del Grillo: «Io so’ io, e voi nun siete un…».

A proposito di linguaggio colorito, complici soprattutto i politici e la tv-spazzatura, la parolaccia è ora sdoganata. Magari fosse solo quella, e pazienza se ci sono bambini intorno. Capita che perfino in un rinomato hotel di Alghero, di quelli dove il personale sorride sempre, un gruppo di ospiti trenta-quarantenni non sardi, seduti nel patio, vinca un’ipotetica sfida con i camalli livornesi. Soprattutto per le bestemmie: «Porco…» una volta, due, venti, incuranti delle occhiatacce degli altri ospiti. Finché uno si ribella: «Hey, non siete soli nell’universo». Arrossiscono, almeno quello.

Alla fine, che cosa resta? Due sgradevolezze: la coscienza che ci sentiamo superiori a tutti gli altri anche se sono centinaia, ma davanti a loro facciamo e diciamo tutto quel che ci pare, oppure lo scoprirsi all’improvviso vecchi tromboni moralisti. Questo siamo, quando critichiamo le generazioni successive, definendole maleducate e volgari. Si chiama vecchiaia. Ma porc…

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