L ’Italia non è, nella maggioranza, un paese antisemita. Però lo sembra. Come sembra tante altre cose senza esserlo. Lo si deve alle minoranze extraparlamentari che praticano una politica d’assalto, sono movimentiste, attirano l’attenzione con tumultuose e clamorose manifestazioni di piazza. Alcune parti politiche per aumentare i loro magri consensi le vezzeggiano innescando così un crescendo che può diventare esplosivo. Quando non basta affidano a trovate sensazionali le loro proteste. Ecco allora l’antisemitismo apparire sentimento maggioritario: occupazioni delle università per indurre i rettori a abolire ogni collaborazione con gli atenei israeliani, ma non con quelli di regimi dittatoriali; cortei e proclami di studenti di scuole superiori schierati contro Israele e a favore dei palestinesi; svastiche sui muri; improvvisate tendopoli alla Sapienza con raduni di sedicenti Brigate antisemite; studenti incatenati in sciopero della fame; esaltazione di Mohammed Hannoun leader palestinese in Italia, comiziante dal palco e sui social, che inneggia ai guerriglieri di Hamas. La coppia delle meraviglie, Bonelli verde e Fratoianni rosso, pone infine un sigillo: la candidatura alle Europee di Souzan Fatayer, una docente di origine palestinese, che definisce nazisti gli ebrei. Pensavamo che Bonelli fosse soltanto inutile, invece è anche dannoso.

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