P er controllare le persone, bisogna dar loro un nemico. Funziona per categorie, a turno: è un’arma di distrazione di massa. E pazienza se questo poi alimenta la violenza. Ora, nel mirino sono medici e infermieri: l’informazione evidenzia i disservizi della sanità pubblica, e che il disegno trasversale è ucciderla a favore di quella privata. Dopo lo sciagurato numero chiuso nelle facoltà di Medicina, non si trovano camici bianchi per corsie, assistenza di base e guardie mediche. E allora tutti ai pronto soccorso, che non reggono l’ondata di pazienti non urgenti, e il sistema collassa. Risultato: aggressioni ai sanitari. È il loro turno. Pochi anni fa, i Cinquestelle erano ingrassati (di voti) con la caccia al giornalista: diffondevano le liste di “nemici” e l’indirizzo di casa, nessuno di loro parlava con i cronisti. Finito il circo, ora sono un fiume di dichiarazioni con la stampa. Che tuttavia non ha buona fama: a volte a ragione, altre no. Oggi al Senato c’è un incontro sulla “Guerra dei giornalisti”. Nel conflitto tra Israele e Hamas, nella Striscia di Gaza, sono stati uccisi più giornalisti che in tutti i conflitti degli ultimi trent’anni. Quando l’informazione c’è, anche se in parte corrotta, c’è anche la democrazia. Ma se si uccidono i cronisti, materialmente o virtualmente, si uccidono anche i lettori.

© Riproduzione riservata