Q uando la buona letteratura aiuta a vivere. Ho cercato conforto in quel capolavoro che s’intitola “Breviario del Mediterraneo” di Predrac Matvejevic. Un libro come evasione, una via di fuga dalle notizie atroci che quotidianamente giungono dai molti fronti di guerra che punteggiano le coste di quel mare dove la Natura ha sparso i suoi doni migliori. Lo stesso mare dalle cui rive salpano anche barconi fatiscenti stracarichi di gente disperata mossa da una speranza che spesso diventa tragedia. Oggi il Mediterraneo è teatro di morte come in passato lo è stato più e più volte fino dai tempi antichissimi. Eppure, leggendo le pagine meravigliose di Matvejevic, scopri che è il luogo dove gli dei nacquero e dove albeggiò prima che altrove il pensiero dell’umanità. Dove le religioni gettarono un ponte tra lo spirito divino e quello dell’uomo. Filosofia, arte e scienza vi sbocciarono come i fiori che profumano la sua macchia e generarono la civiltà. Lo scrittore croato parla del Mediterraneo come di creatura vivente, ne svela le bellezze, non ne nasconde le pagine grigie del passato. Il suo racconto è denso di storia e di poesia, illuminato dalla luce e dai colori di un mare culla di numi e di profeti. Se, chiusa l’ultima pagina del “Breviario” sfogli un quotidiano ti accorgi che il Mediterraneo oggi è un paradiso perduto. Un paradiso poggiato sull’inferno.

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